«Anche se il film che state per vedere è un'invenzione, dovrebbe essere proiettato al massimo del volume.» Con questa didascalia, ripresa in parte da una frase presente sull'album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (1972) di David Bowie, inizia Velvet Goldmine. Lo schermo si riempie di stelle e un disco volante solca il firmamento con l'obiettivo di lasciare sulla Terra un curioso dono: un neonato che si chiamerà Oscar Wilde, il progenitore, secondo la pellicola, dell'effimero fenomeno del glam rock, al cui centro si trova la grande star Brian Slade (Jonathan Rhys Meyers), scomparsa nel nulla dopo un finto omicidio durante un concerto nel 1974. Dieci anni dopo il giornalista inglese Arthur Stuart (Christian Bale), trapiantato in una New York grigia e orwelliana, è incaricato di scrivere un articolo sulla vicenda: mettendosi sulle tracce delle persone che hanno accompagnato l'ascesa e la caduta della rockstar dovrà fare i conti il proprio passato.