mercoledì 28 dicembre 2016

Penny Dreadful, la recensione


C’è un solo, fondamentale prerequisito che bisogna soddisfare per apprezzare Penny Dreadful: amare il romanzo gotico ed il romanticismo inglese. John Logan, sceneggiatore dell’acclamatissimo Skyfall (Sam Mendes, 2012), che ha ideato ed in gran parte scritto la serie, realizza con i personaggi delle opere di Bram Stoker, Mary Shelley, Louis Stevenson e Oscar Wilde ciò che la prima stagione di American Horror Story compiva con i luoghi comuni dei film dell’orrore: li inserisce tutti nello stesso universo narrativo e li fa interagire, costruendo attorno a loro una storia che li possa unire.

sabato 17 dicembre 2016

Rogue One: A Star Wars Story, la recensione senza spoiler


La prima cosa che il pubblico abbia mai saputo di Star Wars, ormai trentanove anni fa, è che tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, dilaniata da una guerra civile, un gruppo di spie ribelli era riuscito a sottrarre i piani dell’arma più potente dell’Impero Galattico durante una battaglia. Si trattava di un manipolo di partigiani senza volto, presto messi in secondo piano dalla fiaba spaziale di Una nuova speranza. Da quel cumulo di caratteri gialli su fondo nero stellato è partita la Lucasfilm per sviluppare Rogue One: A Star Wars Story, affidando poi la regia a Gareth Edwards, giovane filmmaker britannico reso celebre da Monsters (qui la mia recensione) ed ambientatosi nel mondo dei blockbuster faraonici con il film di Godzilla uscito nel 2014. Nel primo spin off della galassia lucasiana tutti rischiano, davanti e dietro la macchina da presa: e, se sapevamo per certo che il furto dei documenti imperiali sarebbe riuscito, era più difficile prevedere se l’insidiosa scommessa fatta da Kathleen Kennedy si sarebbe rivelata vincente. All’indomani dell’uscita mondiale della pellicola la risposta a tale domanda è in gran parte positiva.

mercoledì 14 dicembre 2016

Monsters (Gareth Edwards, 2010), la recensione


 Generalmente “film di mostri a basso budget” e “qualità cinematografica” non sembrano poter rientrare nella stessa frase, ma nel 2010 Gareth Edwards con il suo Monsters è riuscito ad unirli talmente bene da attirare l'attenzione delle major hollywoodiane, che negli anni successivi gli hanno affidato il nuovo film di Godzilla (uscito nel 2014) e il primo spin-off dell'universo di Star Wars, Rogue One: A Star Wars Story, che approderà sugli schermi cinematografici della nostra galassia domani. 

lunedì 12 dicembre 2016

Stranger Things, la recensione


La storia di Stranger Things inizia con un rifiuto, quello ricevuto dai fratelli Duffer nel momento in cui si sono proposti come registi per il remake di It che arriverà al cinema il prossimo anno; i due hanno deciso, allora, di dedicarsi allo sviluppo e alla realizzazione di una serie televisiva che rendesse omaggio alle atmosfere della fantascienza anni ottanta, scolpita nelle menti di milioni di esseri umani dall’abilità di maestri quali Steven Spielberg, Ridley Scott, John Carpenter e, ovviamente, Stephen King. Il design del titolo chiama subito in causa il celeberrimo e prolifico autore: sembra infatti che l’ispirazione per esso sia venuto dalle copertine delle edizioni originali di alcuni suoi romanzi, tra cui, per esempio, Cujo (1981), La zona morta (The Dead Zone, 1979) e Cose preziose (Needful Things, 1991). I rimandi e le citazioni ad altre opere, in ogni caso, non si fermano qui e non si limitano al cinema americano, ma si spingono fino ad alcuni anime giapponesi, tra cui Elfen Lied (エルフェンリート, 2004). Questo patrimonio narrativo ed iconografico arriva sullo schermo filtrato dalla storia della misteriosa sparizione di un bambino nell’anonima cittadina americana di Hawkins; amici e parenti si metteranno alla sua ricerca, scoperchiando un vaso di Pandora che conduce a destinazioni inaspettate. 

venerdì 2 dicembre 2016

Prisoners (Denis Villeneuve, 2013), la recensione



In un tipico sobborgo americano due bambine scompaiono nel nulla, come inghiottite dal terreno; mentre il detective Loki (Jake Gyllenhaal) porta avanti le indagini ufficiali, Keller Dover (Hugh Jackman), il padre della bionda Anna, intraprende un pericoloso e immorale percorso di ricerca della verità.
È difficile stabilire chi sia davvero in gabbia all’interno di Prisoners, primo film americano del canadese Denis Villeneuve (regista in seguito di Sicario e Arrival): tutti i personaggi, ad un certo punto, si muovono lungo le stradine ghiacciate che si fanno largo tra ampie distese di villette a schiera come incatenati, condannati a portare avanti un’indagine che sembra continuamente sfuggire dalle mani, in cui la soluzione appare sempre così vicina da poterla percepire, ma non abbastanza da poterla afferrare. Anche quando delle prove vengono raccolte, esse rimangono enigmatiche: più interpretazioni sono possibili, ma nessuna è inconfutabile. Il freddo e l’umido della pioggia scrosciante entrano nelle ossa insieme alla frustrazione.

mercoledì 30 novembre 2016

Note su Sherlock



Tra i prodotti della BBC più internazionalmente celebrati ed apprezzati sin dalla sua prima messa in onda, avvenuta nell’estate del 2010 nel Regno Unito e a dicembre 2011 in Italia, Sherlock presenta un formato un po’ anomalo all’interno del panorama televisivo mondiale, più utilizzato, a dire il vero, all’interno di quello del Regno Unito. Ogni stagione si compone di soli tre episodi, della durata di un’ora e mezza ciascuno: sarebbe facile pensare, prima della visione, che si tratti di una collezione di film indipendenti tra loro, piuttosto che di una vera e propria serie tv. In realtà ogni episodio è – a volte più, a volte meno – collegato agli altri, ed appare in maniera sufficientemente chiara la volontà dei suoi creatori e principali sceneggiatori (Steven Moffat e Mark Gatiss) di costruire, all’interno di ogni stagione, un arco narrativo più grande che abbracci tutta la vicenda narrata, che si incentra sulla celeberrima coppia investigativa creata più di un secolo fa dallo scrittore scozzese A.C. Doyle, trasportandola però dalla Londra vittoriana a quella dei giorni nostri, rielaborando liberamente numerosi elementi dei romanzi e racconti originali. Non tutto, però, funziona alla perfezione all’interno dell’opera, e per parlare del suo più grande pregio è bene iniziare esponendone i difetti.

venerdì 25 novembre 2016

Animali fantastici e dove trovarli, la recensione

 
Era inevitabile: prima o poi il grande (e lucroso) franchise di Harry Potter avrebbe dovuto riaffermare il suo dominio nelle sale cinematografiche di tutto il globo. Terminate le trasposizioni cinematografiche dei sette romanzi che compongono la saga del bambino-che-è-sopravvissuto, J.K. Rowling ha partecipato, insieme a Jack Thorne e John Tiffany, alla stesura del copione di Harry Potter and the Cursed Child, spettacolo teatrale incentrato sui figli di Harry, Ron, Hermione e Draco attualmente in scena a Londra; nel frattempo, la donna più ricca d'Inghilterra dopo la regina Elisabetta II si è anche reinventata sceneggiatrice per il cinema, firmando Animali fantastici e dove trovarli (Fantastic Beasts and Where to Find Them), da poco arrivato in sala. Alla regia ritorna David Yates, che già si era occupato degli ultimi quattro film della serie. 

martedì 22 novembre 2016

101 divise arancioni


Piper Chapman (Taylor Schilling) era la più classica ragazza WASP (White Anglo-Saxon Protestant) che si potesse immaginare; forse non aveva davvero deciso cosa fare del proprio futuro, ma non aveva nessuna ragione per non essere ottimista al riguardo. Dopo aver vissuto una prolungata adolescenza, anche per lei e per il fidanzato Larry (Jason Biggs) sarebbe arrivato infine il matrimonio, un lavoro stabile, la rispettabilità che ci si aspetta da due appartenenti all’alta borghesia americana. A scombinare tali previsioni pensa il sistema giudiziario americano, che la condanna a scontare quindici mesi nel carcere di Litchfield per un reato commesso anni prima per amore della sua fidanzata di allora, trafficante internazionale di droga. Piper, insieme agli spettatori, è quindi costretta ad inserirsi in un ambiente con il quale difficilmente avrebbe mai avuto a che fare nel suo mondo di quartieri per bene e case eleganti, e soltanto sfiorato durante i suoi anni di giovanile ribellione. 

venerdì 18 novembre 2016

Film per l'anno nuovo


Mancano sei settimane al 2017 e, complice l'inizio della corsa agli Oscar, i trailer dei film in uscita in Italia nei primi mesi dell'anno nuovo fioccano. Alcuni tra questi mi hanno colpito in modo particolare, ed ho pensato di parlarvene, allontanandomi momentaneamente dalle mie usuali recensioni, sperando che possano interessare anche a voi. Ovviamente, ho evitato i grossi franchise perché tanto quelli andiamo comunque tutti a vederli, e lo stesso discorso vale per Il GGG - Il grande gigante gentile (The BFG) diretto da Steven Spielberg. Se volete, fatemi sapere quali sono i film che voi aspettate di più. Detto questo, e superato con un clic (se arrivate dalla homepage) il salto del "Continua a leggere", iniziamo!  

domenica 13 novembre 2016

Doctor Strange (Scott Derrickson, 2016)


Per il neurochirurgo di successo Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) la vita è un orologio di lusso al polso, il cui quadrante segna un tempo apparentemente addomesticato dalla forza della propria ambizione; ogni cosa è al posto giusto, e il dottore passa da una sala operatoria all’altra con l’arroganza di chi crede di avere in mano le chiavi del mondo. Quando un terribile incidente d’auto manda in frantumi la sua carriera e la sua serenità, Strange, incapace di rassegnarsi ad accettare la tragedia che lo ha colpito, si spingerà fino all’altro capo del mondo alla ricerca di un modo per guarire le sue mani rovinate, finendo per trovare la porta d’ingresso di una conoscenza dalle proporzioni infinitamente più grandi di quelle della scienza medica.

mercoledì 28 settembre 2016

The One I Love (Charlie McDowell, 2014)




The One I Love è il tipo di film che andrebbe guardato non conoscendo nulla della trama. L’incipit dell’opera di esordio di Charlie McDowell – figlio di Malcolm McDowell, il volto cinematografico di Alex DeLarge in Arancia meccanica (A Clockwork Orange, Stanley Kubrick, 1971) – è dimesso, addirittura scarno: una giovane coppia in crisi si rivolge ad uno psicologo per iniziare un percorso di terapia di coppia. L’uomo, dopo alcune sedute, propone loro di passare un week-end in una sua tenuta, assicurando loro che torneranno rigenerati e più uniti che mai. La grande villa, provvista anche di casa per gli ospiti, non è però soltanto un luogo ameno immerso nel verde. 

domenica 25 settembre 2016

Star Wars Rebels, la seconda stagione


 Dopo cinque stagioni e mezza di Star Wars: The Clone Wars (qui, qui e qui la mia recensione) e una di Star Wars Rebels (ne parlavamo qui), appare chiaro come a Dave Filoni piaccia sviluppare i suoi personaggi con calma, prendersi il tempo di intessere relazioni, creare contese, chiarire punti di vista. Una volta che l'insieme dei soggetti in gioco sarà abbastanza ampio sarà possibile creare intrecci più complessi, anche in virtù degli eventi passati di cui siamo a conoscenza. La seconda stagione di Star Wars Rebels inizia cambiando radicalmente le carte in tavola: nel doppio episodio di apertura The Siege of Lothal il gruppo di ribelli capitanato da Hera e Kanan si trova costretto ad abbandonare il pianeta che fino a quel momento era stato la loro base a causa di un violentissimo attacco imperiale, orchestrato nientedimeno che da Darth Vader, per nulla snaturato – come si poteva giustamente temere – ma invece crudele, feroce e spietato, doppiato come sempre da James Earl Jones. Il signore dei Sith infliggerà un durissimo colpo alla embrionale Ribellione e ad Ezra e Kanan, non in grado, ovviamente, di avere la meglio su di lui in duello. L'equipaggio della Ghost entrerà quindi a fare parte a tutti gli effetti della piccola flotta del comandante Sato, e ben presto emergerà la necessità di trovare una base dove nascondere mezzi, piloti e militanti.

sabato 24 settembre 2016

Star Wars Rebels, la prima stagione


La vendita della Lucasfilm alla Disney nell'ottobre 2012 ha fatto, creativamente, parecchie vittime: qualche videogioco, tra cui uno su Boba Fett e i cacciatori di taglie particolarmente atteso, le serie a fumetti pubblicate dalla Dark Horse (la licenza è infatti passata alla Marvel nel 2015) e, soprattutto, la serie animata Star Wars: The Clone Wars, portata avanti dal 2008 da un team di artisti capeggiati dal supervising director Dave Filoni con la frequente collaborazione del creatore originale della serie, George Lucas. Il motivo dell'interruzione – talmente improvvisa da non permettere il completamento della sesta stagione, poi rilasciata incompleta su Netflix nel 2014 – è di natura economica: la Disney, infatti, non aveva nessuna intenzione di spendere risorse per produrre una serie che sarebbe poi andata in onda su Cartoon Network, suo concorrente nel campo della televisione per ragazzi americana, che deteneva i diritti di distribuzione. Tuttavia Star Wars: The Clone Wars si è rivelata, nel tempo, un'opera di ottima qualità (ne abbiamo parlato in una serie di post, che trovate qui linkati: primo, secondo e terzo) e pertanto la società ha deciso di spostare quasi immediatamente i talenti coinvolti su un'altra serie animata, anch'essa in grafica computerizzata, che andasse ad esplorare il periodo di poco precedente ad Una nuova speranza: Star Wars Rebels, di cui parliamo oggi.

giovedì 15 settembre 2016

Note su Better Call Saul: Jimmy e Saul


L’avvocato Saul Goodman è un esperto marinaio nelle acque criminali del New Mexico, il mecenate di una piccola tribù di questuanti ai limiti della società; l’avvocato James McGill, invece, è un pesce fuor d’acqua che tenta di infilarsi in un ambiente che non fa per lui, nella speranza di guadagnarsi il rispetto di un fratello che non l’ha mai davvero apprezzato. Queste due facce della stessa personalità, però, condividono qualcosa: l’atmosfera dei luoghi che fanno da sfondo alla loro esistenza. Strade periferiche, cemento pieno di crepe, parcheggi dalle linee sbiadite, uffici banali, tavole calde di provincia, fast-food dall’arredamento kitsch. Le ariose stanze degli studi legali che appaiono in Better Call Saul, o la residenza degli Schwartz in Breaking Bad, sembrano elementi alieni all’interno di un tale panorama. 

giovedì 1 settembre 2016

The Witch (The VVitch: A New-England Folktale, Robert Eggers, 2015)


Nell'America del XVII secolo una famiglia di coloni inglesi è costretta ad allontanarsi dalla comunità a causa dei contrasti tra le autorità e il capofamiglia, che professa una versione severissima della religione cristiana. Oltrepassata la recinzione di assi di legno che delimita il confine tra la civiltà e la natura selvaggia, dovranno immergersi in quest'ultima, lavorando duramente ed affidandosi al volere divino. Un avvenimento terribile, però, segnerà l'inizio di una discesa nel sospetto, nella follia e nella violenza.
Robert Eggers, nativo del New England, affascinato durante gli anni dell'adolescenza dalla storia della vicina Salem e dai suoi Halloween pieni di finte streghe, scrive e dirige un film in cui la magia nera esiste in virtù del fatto che in quei tempi ed in quei luoghi si credeva ciecamente alla sua esistenza tanto quanto a quella di paradiso ed inferno

venerdì 26 agosto 2016

Meet the Feebles (Peter Jackson, 1989)


Alla fine degli anni Ottanta Peter Jackson era un regista esordiente che aveva fatto parlare di sé tra gli appassionati del genere splatter per Fuori di testa (Bad Taste, 1987), film girato lungo l'arco di quattro anni, in gran parte con mezzi di fortuna, in cui un gruppo di alieni sbarca in Nuova Zelanda con l'obbiettivo di rifornire di carne la propria catena di fastfood. Nel 1990, durante un festival di film fantasy ad Amburgo, debutta il suo successivo progetto, Meet the Feebles, pellicola interamente realizzata con pupazzi, costumi e marionette che si pone l'obbiettivo di fare una satira spietata e crudele sul mondo dello spettacolo ed in particolare su I Muppet, da cui riprende molti elementi.

giovedì 18 agosto 2016

Suicide Squad (David Ayer, 2016)


Rivedere il materiale promozionale di Suicide Squad uscito nei mesi scorsi può essere d'aiuto per farsi un'idea di cosa sia successo al lungometraggio di David Ayer prima di approdare al cinema. Il grande successo riscosso dal primo trailer ufficiale, che abbinava le immagini del film alle note di Bohemian Rhapsody dei The Queen, pare abbia spinto la casa di produzione a commissionare agli autori di quest'ultimo un nuovo montaggio, più musicale e scanzonato, piuttosto distante dal taglio cupo e realistico scelto originariamente dal regista, in linea con il tono stabilito per il DCEU (DC Expanded Universe) da Zac Snyder; di quest'ultima impostazione si possono osservare le tracce nella clip utilizzata per presentare il film al pubblico del San Diego Comic-Con che, dopo il leak online, è stata rilasciata ufficialmente, finendo per costituire quindi il primo sguardo in assoluto al nuovo cinecomic messo insieme dalla Warner Bros. dopo l'accoglienza non entusiasmante riservata a Batman vs Superman: Dawn of Justice (Zac Snyder, 2016), che pare abbia giocato un ruolo, insieme al trionfo di Deadpool (Tim Miller, 2016), nella decisione di imporre a Suicide Squad un tono più leggero di quanto originariamente previsto. Per il final cut sembra che sia stato scelto un amalgama dei due montaggi, forse nel tentativo di creare un buon compromesso: in realtà quello che scorre sul telo da proiezione ha più l'aspetto di un bicchiere in cui siano stati messi insieme acqua e olio nella speranza che, mescolando con forza, si possa tenerli uniti

venerdì 5 agosto 2016

Note su Breaking Bad: Walter White


Walter White (Bryan Cranston) è un uomo che ritiene di non aver ricevuto dalla vita ciò che meritava. Dopo essere stato un chimico brillante all'università – tanto da aver contribuito alla vincita di un premio Nobel nel 1985 – decide di vendere per soli cinquemila dollari la sua quota della Gray Matter Technologies, una società fondata insieme ad un amico e alla sua fidanzata di allora, che dopo il suo abbandono, e il matrimonio dei due soci rimasti, crescerà fino a diventare un gigante miliardario, in gran parte grazie ai risultati delle sue ricerche. All'ex-promettente scienziato non resterà che guardare da lontano altri arricchirsi favolosamente grazie alle sue intuizioni, marcendo nella certezza di aver derubato i propri figli di un futuro molto migliore di quello che può loro promettere un insegnante liceale frustrato e passivo, costretto, per mantenersi, a svolgere un secondo lavoro in un autolavaggio come un qualunque immigrato sudamericano.

giovedì 28 luglio 2016

It Follows (David Robert Mitchell, 2014)


Sorge ogni tanto qualcuno che dice «Eccomi, son Io!».
Pien di fortuna si leva, e d'oro e d'argento.
E quando tutte bene ordinate ha ormai le sue cose
«Eccomi, son Io!», sussurra da segreto agguato la Morte.

Omar Khayyam

In una non meglio precisata cittadina americana di provincia una ragazza fugge precipitosamente di casa, divorata da un terrore che il padre e i vicini di casa non riescono a comprendere. Verrà ritrovata cadavere il mattino dopo, il corpo orrendamente contorto e spezzato sulla sponda sabbiosa di un lago. La sequenza iniziale di It Follows, film horror indipendente ed opera seconda del regista David Robert Mitchell, è scollegata dal resto della vicenda rappresentata; si preoccupa invece di dichiarare fin dai primi minuti il tono, lo stile e soprattutto l'atmosfera della pellicola. 

mercoledì 20 luglio 2016

La canzone del mare (Song of the Sea, Tomm Moore, 2014)


Un lungometraggio animato è sempre la fine di un percorso di sintetizzazione e semplificazione del reale; ciò che lo differenzia da un film dal vivo, infatti, è la necessità di creare un modello a partire dalla realtà entro cui inserire la propria storia, di scovare all'interno della complessità del visibile quelle linee cinetiche e quelle forme specifiche che rendono qualcosa riconoscibile ad un primo sguardo, inserendolo all'interno di un determinato stile grafico del quale l'intera opera porterà l'impronta. Questo è un processo di elaborazione solitamente lungo, complesso e costoso, e che perciò solo imponenti studi con grandi entrate possono, generalmente, tenere in piedi in relazione a durate superiori all'ora. Le regole però, come si suol dire, sono fatte per essere smentite, come dimostra La canzone del mare

venerdì 1 luglio 2016

Ai confini della realtà (Twilight Zone: The Movie, John Landis, Steven Spielberg, Joe Dante, George Miller, 1983)


Nel 1982 John Landis e Steven Spielberg, al culmine del loro successo commerciale, decisero di realizzare un film sulla serie tv statunitense Ai confini della realtà (The Twilight Zone, 1959-1964), pietra miliare della fantascienza e molto amata da entrambi. La pellicola avrebbe dovuto essere suddivisa in quattro episodi, curati ognuno da un diverso regista, incorniciati da un prologo e da un epilogo. Alcuni personaggi avrebbero dovuto essere ricorrenti e nel finale tutte le storie avrebbero dovuto risultare collegate tra loro. Ad accettare di essere coinvolti furono Joe Dante e George Miller. Un terribile incidente occorso sul set di Time Out, il primo segmento ad essere girato e l'unico inedito, scritto e diretto dallo stesso John Landis, portò tuttavia ad una parziale modifica del piano e gettò una pesante ombra sull'intera operazione, che risultò infine, per la critica, per lo più fallimentare

mercoledì 22 giugno 2016

The Nice Guys (Shane Black, 2016)

 
1977: in una Los Angeles soffocata dallo smog una giovane pornostar trova la morte in uno spettacolare incidente automobilistico. Due detective privati disillusi e male in arnese, Holland March (Ryan Gosling) e Jackson Healy (Russel Crowe), si ritrovano ad indagare insieme sul caso, rimanendo invischiati in uno scontro molto più grande.
Shane Black, sceneggiatore di alcuni film action di grande successo degli anni ottanta e novanta (tra cui Arma letale), torna con The Nice Guys ai temi e ai toni del suo esordio alla regia, Kiss Kiss Bang Bang, uscito nel 2005, che metteva al centro della scena l'improbabile team formato da Val Kimer e Robert Downey Jr. Pare che proprio quest'ultimo abbia proposto ai Marvel Studios di far dirigere Iron Man 3 al regista nativo della Pennsylvania, e si può ragionevolmente ipotizzare che il grande successo commerciale del cinecomic approdato nelle sale nella primavera del 2013 abbia fatto da apripista alla realizzazione del suo ultimo progetto creativo. 

giovedì 16 giugno 2016

Whiskey Tango Foxtrot (Glen Ficarra, John Requa, 2016)


Gli esseri umani, in fondo, sono animali abitudinari: il successo della nostra specie, dopotutto, è dipeso in larga parte dalla nostra grandissima capacità di adattamento. La giornalista Kim Baker (Tina Fey) vive le proprie giornate passando dall'ufficio alla palestra, correndo su una cyclette saldamente ancorata al pavimento, finché non accetta l'incarico di inviata all'estero a Kabul, in Afghanistan, durante la Operation Enduring Freedom lanciata dagli Stati Uniti contro il terrorismo islamico. In terra straniera e lontana dal suo appartamento tappezzato di piante, Kim dovrà imparare a sopravvivere in una situazione per nulla normale, cercando di non farsi fagocitare dalla perenne – e rischiosa – ricerca dello scoop migliore. 

giovedì 19 maggio 2016

Captain America: Civil War (Anthony e Joe Russo, 2016)

Il corpus narrativo dei film Marvel assomiglia ad un gigantesco ipertesto cinematografico: ogni parte è collegata ad un'altra da uno o più riferimenti, incarnati in un luogo, un avvenimento, un personaggio. La trama di Captain America: Civil War è strettamente allacciata al passato e al futuro dell'universo su schermo dei suoi supereroi. Il tema attorno al quale è costruita è molto interessante: la riflessione sui danni collaterali che scontri titanici possono comportare apre a scenari sfumati e molto vicini alla nostra realtà, dove scegliere il lato da cui schierarsi – tra libertà d'azione e responsabilità sofferta – può diventare una decisione difficile da prendere. 

mercoledì 11 maggio 2016

Hardcore! (Hardcore Henry, Ilya Naishuller, 2015)


Ai suoi albori, il cinema non era che uno schermo teso sotto un tendone. Un prodigio tecnologico, un divertimento per le masse, un artigianato pioneristico: quasi nessuno avrebbe allora osato accostare ad esso la parola “arte”. Spesso guardare alle radici è di grande aiuto per comprendere il presente: mi piace pensare che Hardcore!, nonostante il suo chiaro legame con le forme di intrattenimento più moderne, abbia qualcosa in comune con quei primi, spensierati cortometraggi. 

martedì 3 maggio 2016

Unfriended (Levan Gabriadze, 2014)


Le vaste pianure di Internet sono da sempre l'ambiente ideale per la creazione e la diffusione di leggende urbane dai toni più o meno foschi: le creepypasta, le loro più recenti incarnazioni, sono piccoli racconti dell'orrore generalmente anonimi che si espandono a macchia d'olio grazie alle condivisioni e al copia-incolla (da qui il nome, unione di creepy e del termine gergale copypaste). I social network, inoltre, in seguito al loro enorme sviluppo ci hanno obbligato a porci alcune domande scomode: per esempio, cosa succede ai profili online di una persona nel caso in cui questa muoia? Unfriended, un piccolo horror indipendente diretto da Levin Gabriadze e scritto da Nelson Greaves, gioca con tali idee e suggestioni in maniera interessante. 

martedì 26 aprile 2016

Hard Candy (David Slade, 2005)


Una delle prime scene di Hard Candy preannuncia già molto di quello che verrà. Un uomo di mezza età ed una ragazzina quattordicenne si incontrano in un bar dopo aver chattato per qualche settimana. Ci aspetteremmo che a tenere le redini della conversazione sia il primo, Jeff (Patrick Wilson); invece, sorprendentemente, a dirigere accuratamente il gioco, anche nelle sue svolte più insidiose, è la giovanissima e molto intelligente Hayley (un'allora esordiente Ellen Page), con indosso una felpa con cappuccio rossa che a molti ha ricordato la mantellina di un'altra fanciulla, protagonista di un incontro un po' troppo ravvicinato con un famelico lupo. Spostandosi tra i due protagonisti seduti uno di fronte all'altro, la macchina da presa indugia per un attimo su un volantino che annuncia la scomparsa di una giovane adolescente: chiaramente, che ciò accada non è per nulla casuale.

martedì 19 aprile 2016

La stregoneria attraverso i secoli (Häxan, Benjamin Christensen, 1922)


Il 1922 è un anno importante nella storia del cinema: arrivano sul telo da proiezione Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens, Friedrich Wilhelm Murnau, 1922), una delle prime pietre miliari del genere horror, e Nanook l'eschimese (Nanook of the North: A Story of Life and Love in the Actual Arctic, Robert J. Flaherty, 1922), l'apripista del lungometraggio documentario. A metà strada tra i due possiamo, se ci va, collocare La stregoneria attraverso i secoli, all'epoca la pellicola più costosa mai prodotta in Svezia, risultato di due anni di ricerche del regista Benjamin Christensen che, dopo aver trovato in una libreria tedesca una copia del Malleus Maleficarum, una guida per inquisitori del quindicesimo secolo, decise di dedicarsi alla realizzazione di un'opera incentrata sulle superstizioni (e conseguenti persecuzioni) dei secoli passati, in particolare del tardo Medioevo.

martedì 12 aprile 2016

Lo chiamavano Jeeg Robot (Gabriele Mainetti, 2015)


Una recensione ha sempre molto di soggettivo; nel giudizio rientrano inevitabilmente la particolare sensibilità, gli interessi specifici ed i punti di vista sul mondo di chi scrive. Quando vediamo un film tendiamo ad assorbirlo tramite le nostre precedenti esperienze e le idee che portiamo con noi dalla realtà. Questo ovviamente non significa che non sia possibile avere alcuna base oggettiva: una conoscenza, preferibilmente un po' approfondita e sempre aggiornata, dell'argomento può aiutare a trovare una prospettiva abbastanza equilibrata. Pensare, tuttavia, di poter liberare il proprio sguardo da sé stessi e dal proprio posto – economico, sociale, psicologico – nel mondo è, per quanto mi riguarda, pura utopia. Leggendo una recensione cerco sempre di farmi un'idea delle posizioni, più o meno generali, del recensore, per capire come rapportare il suo giudizio al mio. È chiaro che se un appassionato di film indipendenti francesi vede un blockbuster americano il suo parere sarà molto diverso da quello che potrò formarmi io, che sono cresciuta a pane e videocassetta di Jurassic Park. Oppure, una persona con tratti caratteriali opposti ai miei difficilmente noterà le stesse cose che cattureranno la mia attenzione in una pellicola. Quello che dovrebbe fare una recensione, in fondo, non è solo valutare se un film è o meno meritevole di essere visto (se mi interessa davvero andrò comunque al cinema), ma soprattutto fornire un punto di vista diverso e capace di arricchire quello del lettore – certo, un'impresa non sempre facile.
L'interesse attorno a Lo chiamavano Jeeg Robot è sempre stato alto, sin da molto prima che uscisse effettivamente nei cinema: un film di supereroi ambientato a Roma e prodotto da italiani non poteva che far parlare di sé.

giovedì 7 aprile 2016

Il risveglio della Forza: generale Hux e Unkar Plutt

A una settimana dall'uscita in home video di Star Wars: Il risveglio della Forza, il nostro viaggio tra i suoi personaggi giunge al termine con due figure secondarie ma interessanti, il generale Hux interpretato da Domhnall Gleeson ed Unkar Plutt, sotto le cui mostruose sembianze si cela, inaspettatamente, Simon Pegg. Non temano, in ogni caso, i fan di Star Wars: c'è ancora Star Wars Rebels di cui parlare, e, in ogni caso, sotto il tag "star wars" potete trovare tutti gli articoli che ho scritto sull'argomento. Detto questo, vi lascio alla lettura di quest'ultima puntata, sperando che vi piaccia. 

Lato oscuro


Generale Hux (Domhnall Gleeson)



mercoledì 6 aprile 2016

Ex Machina (Alex Garland, 2015)


Infondere la vita nella materia inanimata è, nei racconti del fantastico e dell'orrore, sempre una faccenda rischiosa. Ex Machina, opera prima scritta e diretta da Alex Garland, si pone nel solco di una lunga tradizione che va avanti almeno dall'epoca della rivoluzione scientifica, quando ai progressi apparentemente inarrestabili della scienza si accostò un'inquietudine più o meno manifesta sulle conseguenze di tante e tali incredibili scoperte, qualora non sfruttate con saggezza.
Un giovane programmatore, Caleb Smith (Domhnall Gleeson), vince il primo premio della lotteria aziendale, che consiste nel passare una settimana con il suo capo, Nathan Bateman (Oscar Isaac), uno sregolato genio dell'informatica, creatore del motore di ricerca più utilizzato al mondo, Blue Book, il cui nome è ripreso da una raccolta di lezioni del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein sul linguaggio. I riferimenti a Google ed al suo sistema operativo, Android, sono palesi. Caleb scopre ben presto il vero motivo del suo arrivo nella remota tenuta di Nathan, immersa nel verde di una foresta tra le montagne: il secondo è infatti riuscito a creare una intelligenza artificiale, chiamata Ava (Alicia Wikander), e vuole che il primo la saggi tramite la conversazione in una specie di test di Turing, per determinare se il suo tentativo sia effettivamente stato un successo e la macchina sia dotata di una coscienza propria. Accettando di partecipare all'esperimento, Caleb si ritroverà inserito nei meccanismi di un ingranaggio il cui funzionamento non è quello che sembra, e cercherà di scoprire cosa si cela dietro le misteriose parole di Ava, che gli intima di non fidarsi del ricco magnate alcolizzato.

giovedì 31 marzo 2016

Il risveglio della Forza: Leader supremo Snoke e Capitano Phasma

Eccoci giunti, dopo i fasti di Pasqua e Pasquetta, al penultimo episodio del nostro viaggio tra i personaggi di Star Wars: Il risveglio della Forza. Dopo Kylo Ren al centro della scena ci sono altri due personaggi appartenenti alla schiera degli antagonisti, entrambi piuttosto misteriosi per ragioni diverse: il Leader supremo Snoke, grande protagonista delle discussioni sul web successive all'uscita del film, e il Capitano Phasma, la cui armatura cromata ha ornato decine di prodotti del merchandise pur avendo avuto in sorte, per ora, un ruolo piuttosto marginale; scopriremo, in ogni caso, come anche questa figura ci riservi sorprese e curiosità. Buona lettura! 

Lato oscuro


Leader supremo Snoke (Andy Serkis) 


lunedì 21 marzo 2016

Macbeth (The Tragedy of Macbeth, Roman Polanski, 1971)


Un mese fa, all'incirca, ho avuto modo di vedere Macbeth (Justin Kurzel, 2015) e, nonostante la presenza del bellissimo Michael Fassbender, non mi è piaciuto. Cercherò di non dilungarmi troppo, perché non mi dà soddisfazione parlare male di un film e inoltre questo post dovrebbe parlare di altro: dirò semplicemente che, tralasciando i bellissimi costumi e la fotografia patinata, la regia non mi è sembrata in grado di sfruttare un'idea pure interessante come quella di rendere le celebri parole del Bardo alla maniera di una cantilenante preghiera, un tentativo, forse, di tracciare una specie di cerchio magico, richiamando l'aura religiosa tipica delle tragedie antiche. L'australiano Kurzel sembra perdersi nel testo, incapace di dominarlo, i piani e i campi sembrano scelti piuttosto casualmente, accoppiando spesso primi piani e battute tipicamente teatrali in un modo che finisce per risultare forzato. Il ripetuto utilizzo del ralenti durante le scene di battaglia, volto, credo, a dare un'idea di quadro in movimento, finisce per risultare presto profondamente irritante. Le modifiche e le aggiunte alla storia, peraltro, finiscono per non risultare giustificate a sufficienza. Dopo qualche giorno dalla visione mi sono accorta che la mia fame di storie sanguinose di potere ed ambizione non era stata per nulla saziata, perciò, raccogliendo un casuale suggerimento della vita – l'app di un'amica aveva associato erroneamente al film appena uscito la locandina del Macbeth sbagliato – mi sono messa alla ricerca della trasposizione cinematografica del dramma shakespeariano diretta da Roman Polanski nel lontano 1971.

giovedì 17 marzo 2016

Il risveglio della Forza: Kylo Ren

Il protagonista di oggi del nostro approfondimento sui personaggi di Star Wars: Il risveglio della Forza è di tutto rispetto: sulla figura di Kylo Ren si è incentrato, infatti, gran parte del dibattito intorno al film, e qui su She's Overbored provo a fare il punto della situazione. Buona lettura! 

Lato oscuro 


Kylo Ren (Adam Driver)



martedì 15 marzo 2016

L'uomo nell'ombra (The Ghost Writer, Roman Polanski, 2010)


Che Roman Polanski sia un grande appassionato del cinema di Alfred Hitchcock non pare certo un mistero se si pensa al suo modo di gestire la narrazione e le inquadrature; eppure Frantic (Roman Polanski, 1988), il primo film da lui girato richiamandosi apertamente allo stile del maestro inglese, finiva, secondo me, pur essendo ben girato e ben diretto, per sembrare poco più di un'imitazione. All'interno della trama c'erano tantissimi degli elementi più tipici del cinema hitchcockiano, come l'oscuro intrigo politico, l'uomo qualunque trascinato per errore o per caso in una situazione più grande di lui ed ingiustamente accusato di un crimine che non ha commesso (Harrison Ford), un'intrigante giovane donna bionda (Emmanuelle Seigner), uno scambio di persona, un oggetto misterioso. Eppure, strano a dirsi pensando a film come L'inquilino del terzo piano, Carnage e Venere in pelliccia, quello che mancava era quel tocco di sotterranea perfidia che, anche senza necessariamente salire in superficie come in Psyco o ne Il delitto perfetto, era sempre presente, una mano nascosta a pizzicare le corde - già tese - della suspense, così caratteristico del regista di Londra e che così spesso si ripresenta anche, declinato in maniere differenti, nella filmografia del cineasta polacco. 
Con L'uomo nell'ombra Polanski torna a confrontarsi con Hitchcock, riuscendo però dove prima aveva, secondo il mio umile parere, in parte fallito.

giovedì 10 marzo 2016

Il risveglio della Forza: BB-8, R2-D2, C-3PO e Lor San Tekka

Tre droidi ed un vecchio esploratore: questi sono gli ultimi protagonisti della parte dedicata al lato chiaro del nostro viaggio tra i personaggi di Star Wars: Il riveglio della Forza. Dalla prossima settimana, infatti, ci immergeremo nel lato oscuro, iniziando subito con un bel pezzo da novanta: Kylo Ren (o Ben Solo, che dir si voglia). Nel frattempo, scopriamo cosa c'è da sapere su BB-8, R2-D2, C-3PO e Lor San Tekka.

Lato chiaro


BB-8



martedì 8 marzo 2016

Zootropolis (Zootopia, Byron Howard, Rich Moore, Jared Bush, 2016)


Una sceneggiatura può presentarsi, a volte, come un foglio, una tela, una parete intonsa: un candido riquadro dove inserire l'opera in sé, un cerchio tracciato nel terreno per dare forma allo spazio scenico. Non è per nulla inusuale che questo succeda nei film d'animazione, anzi, piuttosto il contrario; tuttavia Zootropolis, l'ultimo film prodotto dai Walt Disney Animation Studios, è in grado di farlo con singolare abilità. La trama è quella del più classico dei gialli, e la coppia di opposti chiamata a risolvere il mistero, perciò costretta a collaborare, è altrettanto tipica: l'originalità e la ricchezza della storia vengono dalla profondità dei dettagli, che grazie alla cura con cui sono tratteggiati hanno modo di esprimere meglio di qualunque dialogo la morale di fondo.

giovedì 3 marzo 2016

Il risveglio della Forza: Luke Skywalker, Maz Kanata e Chewbacca

Eccoci arrivati al quarto appuntamento con i personaggi di Star Wars: Il risveglio della Forza. Stavolta i protagonisti sono Maz Kanata, Chewbacca e Luke Skywalker, il Jedi scomparso attorno al quale tutta la trama del settimo episodio ruota. Cosa possiamo dire su un personaggio per ora avvolto quasi del tutto nel mistero? E sui due pirati alieni? Buona lettura!

Lato chiaro


Luke Skywalker (Mark Hamill)


martedì 1 marzo 2016

Deadpool (Tim Miller, 2016)


«Le cose importanti da ricordare sono i dettagli, i dettagli rendono la storia credibile», afferma Holdaway (Randy Brooks) ne Le iene (Reservoir Dogs, Quentin Tarantino, 1992); è una frase che si può applicare, senza particolari difficoltà, a Deadpool, il film sullo sregolato supereroe Marvel rimasto invischiato nei complicati ingranaggi degli studios per un decennio ed infine approdato sullo schermo grazie alla testardaggine di Ryan Reynolds, che oltre a recitarvi come protagonista funge anche da produttore. Sulla sedia del regista troviamo invece Tim Miller, direttore artistico e supervisore degli effetti speciali al suo primo lungometraggio.

domenica 28 febbraio 2016

Mad Max: Fury Road (George Miller, 2015)


Il minimo comun denominatore del cinema, l'elemento senza il quale non potrebbe esistere in quanto tale, è, a mio parere, l'atto di guardare un'azione su uno schermo. Parole, musica e rumori sono elementi collaterali, utili ma non imprescindibili; un film inizia ad esistere nel momento in cui una serie di immagini prende, trasferendosi dal montaggio alla mente dello spettatore, le fattezze di una storia. Il godimento giunge quando ci si perde nei fotogrammi, nell'attimo fuggevole in cui la realtà trascolora in rumore di fondo e la propria coscienza si discioglie in un ribollente agglomerato di sensazioni, prigioniera di un riquadro ed insieme liberata da esso.
Mad Max: Fury Road è un perfetto esempio di questa maniera di intendere la settima arte. 

venerdì 26 febbraio 2016

Il ponte delle spie (Bridge of Spies, Steven Spielberg, 2015)


Uno dei temi ricorrenti che più spesso mi pare di rintracciare nella filmografia di Spielberg è quello dell'incontro tra due individualità separate da un confine piuttosto netto (delineato, per esempio, dalla società, dalla provenienza o dalla politica) che si scoprono in grado di comunicare e arrivano a provare, l'una per l'altra, una sincera stima. È un'immagine che ritorna trasversalmente, nei film più impegnati ma anche in quelli che apparentemente lo sono meno, da E.T. l'extraterrestre (E.T., 1982) a Schindler's List - La lista di Schindler (Schindler's List, 1993), da Sugarland Express (The Sugarland Express, 1974) ad Amistad (1997). Sotto un certo punto di vista Incontri ravvicinati del terzo tipo (Close Encounters of the Third Kind, 1977) è tutto un grande tentativo di comunicazione tra diversi. Ne Il ponte delle spie le due polarità agli opposti sono l'avvocato newyorchese di successo e dalla saldissima etica James Donovan (Tom Hanks) e la spia russa Rudolf Abel (Mark Rylance). Al primo viene assegnato un compito impossibile: essere il difensore d'ufficio del secondo, contro il quale ci sono prove schiaccianti e che la grandissima maggioranza del paese desidererebbe vedere condannato a morte

giovedì 25 febbraio 2016

Il risveglio della Forza: Han Solo e Leia Organa

Perché non iniziare un post con una foto di Carrie Fisher che pastrugna la faccia di J.J. Abrams?

Eccoci giunti al terzo appuntamento con il nostro settimanale approfondimento dedicato ai personaggi di Star Wars: Il risveglio della Forza. Stavolta ci occupiamo di due tra i personaggi più amati della saga, lo spericolato contrabbandiere Han Solo e la tenace principessa (ora generale) Leia Organa. Sono passati poco più di trent'anni dalla dichiarazione d'amore più bella (e più telegrafica) della galassia, dal bacio scambiato nella foresta di Endor. Cosa è successo dopo, come hanno reagito i due alle terribili azioni compiute dal figlio? Come al solito, al fondo potrete trovare un elenco di tutti i post della serie, progressivamente aggiornato in modo che da uno sia possibile risalire a tutti. Buona lettura!  

Lato chiaro 


Han Solo (Harrison Ford)



mercoledì 24 febbraio 2016

L'ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo (Trumbo, Jay Roach, 2015)


Quanto ci piacciono le storie di uomini che resistono – alla società, alle leggi, all'ingiustizia, alla natura; mirabili esseri umani, che invece di arrendersi, come pure molti farebbero di fronte ad un destino avverso, lottano con ancor più furia e determinazione. L'ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo (ennesima vittima, ahimè, della mania italiana di sostituire titoli semplici e chiari con altri prolissi e poco ispirati, cercando inutilmente, almeno a mio parere, di spiegare allo spettatore italiano la trama del film) racconta la vita di un simile appartenente al genere umano: sceneggiatore di successo nella Hollywood anni quaranta, fu una delle vittime della “caccia alle streghe” portata avanti dalle frange più conservatrici, determinate a scovare fantomatiche spie e supposti simpatizzanti comunisti nella fabbrica dei sogni californiana. Trumbo, comunista iscritto al partito, rifiutò di collaborare e oppose strenua resistenza ad ogni tentativo di strappargli una dichiarazione di appartenenza politica, finendo in carcere e trovandosi costretto, successivamente, a scrivere sotto falso nome e ad accettare di lavorare per una casa di produzione di infima qualità, escogitando sistemi via via più complicati per restare nell'anonimato. Soltanto molti anni dopo gli saranno ufficialmente riconosciuti i premi Oscar vinti per la sceneggiatura di Vacanze Romane (Roman Holiday, William Wyler, 1953) e La più grande corrida (The Brave One, Irving Rapper, 1956), originariamente attribuiti a prestanomi o a scrittori del tutto inventati.

lunedì 22 febbraio 2016

The Hateful Eight (Quentin Tarantino, 2015)


È impossibile, parlando di The Hateful Eight, prescindere dalla tecnica: il fatto che Taratino abbia scelto di optare per un formato poco utilizzato e legato ai grandi kolossal del passato come il 70 mm, a cui fu sempre preferito, piccola parentesi storica, il più economico anche se meno dettagliato 35 mm a causa delle alte spese che la produzione e la proiezione del primo comportavano, è parte integrante della sua costruzione e del suo senso cinematografico. Le copie in pellicola che stanno girando il mondo nel roadshow appositamente approntato, provviste di scene aggiuntive rispetto alle loro compagne digitali, rappresentano l'autentica visione del regista, il modo in cui auspica che la sua opera sia fruita. Ho avuto modo di assistere ad una delle proiezioni di tale versione al cinema Arcadia di Melzo, insieme ad un gruppo di amici cinefili quanto e più di me. Le mie conoscenze tecniche attuali non sono, purtroppo, particolarmente estese e non mi forniscono il necessario discernimento per parlare con coscienza di causa di questa decisione; quello che posso dire a riguardo è interamente legato alle informazioni che ho racimolato e alle mie reazioni sensoriali ed emotive.

giovedì 18 febbraio 2016

Il risveglio della Forza: Finn e Poe Dameron

Benvenuti al secondo appuntamento con il nostro approfondimento sui personaggi di Star Wars: Il risveglio della Forza. Dopo Rey, i riflettori sono puntati su altri due personaggi principali della pellicola: il traditore del Primo Ordine Finn e il pilota di X-wing Poe Dameron. Al fondo troverete l'elenco di tutti i post, aggiornato via via che verranno pubblicati, in modo che da ogni post si possa risalire agli altri. Buona lettura e, se vi va, fatemi sapere le vostre opinioni sui personaggi nei commenti!  


Lato chiaro


Finn (John Boyega) 

 


martedì 16 febbraio 2016

Fuga dal mondo dei sogni (Cool World, Ralph Bakshi, 1992)



Ultimo lungometraggio diretto da Ralph Bakshi, regista d'animazione noto principalmente per Fritz il gatto (Fritz the Cat, 1972) e Il Signore degli Anelli (The Lord of the Rings, 1978), Fuga dal mondo dei sogni non è esattamente un film che consiglierei a chiunque di vedere. 

giovedì 11 febbraio 2016

Il risveglio della Forza: Rey

L'euforia per l'uscita del settimo capitolo della saga creata da George Lucas negli anni settanta si è rapidamente trasformata nell'attesa dell'ottavo. Abbiamo festeggiato, gioito e criticato ma ora è nuovamente tempo di contare i giorni sul calendario: l'appuntamento è tra un anno e mezzo. Nel frattempo ho pensato di dedicare una serie di post ai personaggi che abbiamo incontrato lo scorso dicembre, sia quelli nuovi che abbiamo appena iniziato a conoscere, sia quelli vecchi che abbiamo ritrovato dopo una pausa di trent'anni, divisi in Lato chiaro e oscuro. Si inizia ovviamente dalla principale protagonista della pellicola, ma ci sarà spazio per tutti, a parte Constable Zuvio. Al fondo di ogni post troverete l'elenco dei link di tutti i post. Buona lettura!

 

Lato chiaro

 

Rey (Daisy Ridley)


lunedì 8 febbraio 2016

The Revenant – Redivivo (The Revenant, A.G. Iñárritu, 2015)



The Revenant – Redivivo è un film bifronte. Da una parte c'è una natura purissima, incontaminata e pericolosa, un distillato di wilderness che sembra provenire da altri tempi grazie all'arte fotografica di Emmanuel Lubezki (candidato sette volte al premio Oscar e due volte vincitore, per Gravity e Birdman); cieli, fiumi, rocce, alberi e montagne dipinti sullo schermo con colori ricercati e stesi con una cura prodigiosa. La coscienza si perde nei dettagli, nelle piccole onde tremolanti intrise di luce, nella morbida pastosità di un immacolato manto nevoso, nel rosso acceso delle fiamme, nell'umidità puntiforme della nebbia. È un mare in cui è dolce smarrirsi per un po', cullati da un sonoro che contribuisce in maniera decisiva a rendere il più immersiva possibile l'esperienza della visione, catturando addirittura il suono della neve che cade, quasi sulla soglia del silenzio. Gli esseri umani, l'altra parte dell'equazione, si spostano arrancando su un terreno difficile ed ostile da cui sembrano continuamente respinti. Gli indiani Arikara li attaccano alla maniera di geni del luogo. Rapiti dallo spettacolo di nuvole in lento movimento, di un'aurora sospesa sopra un cielo stellato, ci disinteressiamo dei loro destini, ed è proprio qui che il film forse manca il bersaglio.