Una bomba in una camera anecoica.
Questa è l'immagine che meglio mi pare riassumere l'ultimo capitolo
della saga (originariamente) lucasiana. Nelle ultime due settimane,
milioni di recensioni e miliardi di commenti hanno dissezionato il
film in ogni suo più piccolo dettaglio, atomo per atomo. Sarebbe in
fondo inutile riprendere per l'ennesima volta il discorso qui. Quello
su cui mi piacerebbe porre l'attenzione è un aspetto sul quale mi
sembra non ci sia soffermati più di tanto, ma che secondo me è
invece di importanza capitale: la ricaduta emotiva di quanto accade
sullo schermo.
venerdì 29 dicembre 2017
mercoledì 12 aprile 2017
Manchester by the Sea, la recensione
Lee Chandler (Casey Affleck) è il portinaio e spesso e volentieri
tuttofare di un grande condominio di Boston, una presenza silenziosa
ed evanescente che ripara i guasti e tiene in ordine. Conduce una
vita solitaria, quasi monastica, passata in gran parte all’interno
dei palazzi in cui lavora o nello scantinato spoglio in cui abita; i
rapporti umani sono ridotti al minimo. Dovendosi occupare del nipote
dopo la morte del fratello, Lee è costretto a tornare nella sua
cittadina natale, Manchester-by-the-Sea, e a rivangare dolorosi
ricordi.
martedì 4 aprile 2017
Moonlight, la recensione
Scritto e diretto dal trentottenne Barry Jenkins, Moonlight
racconta l’infanzia, l’adolescenza e la giovinezza di Chiron,
nato in un brutto quartiere di Miami, figlio di Paula (Naomie Harris),
dipendente dal crack. Alex R. Hibbert, Ashton Sanders e Trevante
Rhodes si passano con fluida abilità il ruolo del protagonista lungo
i tre segmenti di cui si compone il lungometraggio, ognuno dotato di
un proprio titolo. Nonostante l’ambientazione sia realistica e
sporca, il tono utilizzato è quello un po’ rarefatto della fiaba,
ed è del tutto possibile descrivere Moonlight come una tenera storia
d’amore in tre atti.
domenica 26 febbraio 2017
Jackie, la recensione
Sono bastati tre colpi di fucile a mandare in frantumi i sogni e
le promesse della presidenza Kennedy; un solo proiettile è stato
sufficiente per far piombare sull’elegante tailleur della First
Lady il cranio aperto del marito. Il film diretto da Pablo Larraín e
sceneggiato da Noah Oppenheim concentra tutta la propria attenzione
sulla donna al centro di una delle pagine più nere della storia
americana, che ha incarnato con dignità e forza d’animo il lutto
di una nazione pur travolta dal proprio immenso e personale dolore.
lunedì 20 febbraio 2017
Split, la recensione
L’ultimo film di M. Night Shyamalan non ha tempo da perdere:
l’incipit di Split è rapido e funzionale. Le tre ragazze
protagoniste ci vengono brevemente presentate e poi immediatamente
gettate nelle fauci del loro carceriere, dotato di ben 23 (o forse 24) diverse
personalità, più o meno pericolose. Mentre loro cercano
disperatamente di liberarsi dalla sua presa, qualcuno, al di là
delle quattro mura in cui sono confinate, inizia a nutrire dei
sospetti.
martedì 7 febbraio 2017
La La Land, la recensione
Attenzione: in questo articolo si parla del finale di La La Land. Se non l'avete ancora visto e non desiderate ricevere spoiler, non proseguite la lettura.
L'aspirante attrice Mia (Emma Stone) e il pianista di belle speranze Sebastian (Ryan Gosling) si scontrano, si incontrano, ballano, cantano e si innamorano lungo le strade di una Los Angeles rappresentata come l'affettuosa somma di tutti i suoi stereotipi. L'assolata città della California è una grande sala d'attesa a cielo aperto per i tantissimi giovani artisti che vengono attirati nella sua orbita, pronti a tentare una coraggiosa scalata all'olimpo hollywoodiano. Another Day of Sun, il numero d'apertura di La La Land, è un luminoso inno alla perseveranza e all'ottimismo; il resto del film, però, si concentra sulla frustrazione dei suoi protagonisti, il cui momento di gloria sembra non voler arrivare mai.
lunedì 23 gennaio 2017
Note su Arrival
Tra le armi create dall’uomo, nessuna è più potente ed efficace del linguaggio. Sin dall’antichità le parole sono state molto più che semplici emissioni di voce a cui è attribuito un significato: incantesimi e formule, una volta pronunciati, hanno un effetto tangibile sulla realtà. Al dio della Bibbia, per illuminare la sua creazione, è bastato dire «fiat lux». Il mago Merlino di Excalibur (John Boorman, 1981) è il saggio custode della magia del fare, in grado di alterare le sembianze e saturare l’aria con il denso respiro del dragone.
lunedì 16 gennaio 2017
Sherlock 4x03, “The Final Problem”, la recensione
Attenzione: in questo articolo sono presenti spoiler.
Steven Moffat e Mark Gatiss amano disseminare, lungo le puntate di Sherlock, innumerevoli colpi di scena. In qualche caso sono un’aggiunta piacevole, ma nella grande maggioranza dei casi finiscono per distruggere il peso emotivo delle sequenze e addirittura, in certi casi, il loro stesso significato. The Six Thatchers si apriva con una piuttosto improbabile passata di spugna sull’omicidio commesso dal protagonista al termine della stagione precedente, e dopo una prolissa introduzione si incentrava sul passato da agente segreto freelance di Mary (Amanda Abbington) che, come dicevo nella mia recensione, non si è mai davvero integrato con gli altri elementi della sua personalità, risultando piuttosto una sorta di corpo estraneo infilato a forza all’interno della vicenda. The Lying Detective, pur presentando una cospicua dose di ribaltamenti improvvisi, si reggeva piuttosto bene sulle proprie gambe: al suo centro c’era infatti uno scontro piuttosto lineare, ma non per questo meno intrigante, tra un tormentato detective ed un antagonista inquietante. Certo, alcune deduzioni erano piuttosto arzigogolate, ma è qualcosa che ci si può aspettare quando si parla di Sherlock Holmes. La scena conclusiva sembrava promettere interessanti sviluppi, ma purtroppo The Final Problem finisce per essere, almeno a parere di chi scrive, uno degli esempi più eclatanti di come una storia possa autodistruggersi nel tentativo di sconvolgere continuamente il proprio pubblico.
sabato 14 gennaio 2017
mercoledì 11 gennaio 2017
Sherlock 4x02, “The Lying Detective”, la recensione
Attenzione: in questo articolo sono presenti spoiler, siete avvisati.
C’è una premessa da fare, prima di parlare nello specifico di The Lying Detective: le trame di Sherlock non sono mai perfettamente logiche, anche quando ad una prima visione possono sembrarlo. Se le si osserva da vicino, concentrandosi sui singoli snodi narrativi, è facile trovare le crepe: coincidenze fortuite, deduzioni difficilmente distinguibili da premonizioni, collegamenti esistenti unicamente per necessità di trama e quasi ingiustificati altrimenti. Le sceneggiature scritte da Steven Moffat e Mark Gatiss non sono mai davvero gialli inappuntabili, dove alla fine sia possibile ricostruire perfettamente le cause e gli effetti di ogni avvenimento. Si tratta di sceneggiature mal scritte? Si può ragionevolmente sostenere di sì, in un certo senso. D’altro canto, i due autori hanno a più riprese sostenuto che il punto focale della serie non sono le singole indagini, ma i personaggi. Al di là delle mie opinioni a riguardo – sono dell’idea che si possa scrivere dell’evoluzione del personaggio di Sherlock Holmes senza doversi privare del gusto di osservare lo svelamento plausibile di un vero mistero – è un elemento che va preso in considerazione, quanto meno per farsi un’idea più completa di quello che ci si trova davanti.
lunedì 9 gennaio 2017
Oceania, la recensione
La giovane figlia del capo villaggio della piccola isola polinesiana di Motunui si imbarca – letteralmente – in una grande avventura per salvare il proprio popolo dalla rovina; i suoi compagni di viaggio saranno un semidio tanto coraggioso quanto arrogante ed un pennuto che non brilla certo per intelligenza. Questa è, a grandi linee, la trama di Oceania (Moana, Ron Clements e John Musker, 2016), cinquantaseiesimo Classico Disney che si occupa, come già Frozen – Il regno di ghiaccio (Frozen, Chris Buck e Jennifer Lee, 2013), di rinnovare la tipica favola di principesse che ha caratterizzato fin dall’inizio della sua storia gli studi di animazione californiani fondati nel 1923.
domenica 8 gennaio 2017
Sherlock 4x01, “The Six Thatchers”, la recensione
Attenzione: nel seguente articolo sono presenti spoiler sul finale di The Six Thatchers. Se non avete ancora visto l'episodio e non desiderate ricevere alcuna rivelazione, non procedete con la lettura.
Alle prime tre stagioni di Sherlock ho dedicato un post qualche mese fa: mi sembra che ciò che ho scritto allora valga, in gran parte, anche per la prima puntata della quarta stagione, The Six Thatchers, trasmessa dalla BBC una settimana fa e approdata subito dopo su Netflix Italia. In questa recensione, quindi, mi focalizzerò più che altro su alcuni elementi in particolare, tralasciando (almeno per ora) il quadro generale.
martedì 3 gennaio 2017
Note su Gone Girl
Attenzione: in questo articolo si parla con dovizia di dettagli della trama di Gone Girl, compreso il finale. Se non avete ancora visto il film e desiderate non sapere nulla di ciò che vi accade, non proseguite la lettura.
In alcuni dei thriller di David Fincher la risoluzione del mistero non è il punto di arrivo. Zodiac (2007) è la rigorosa dimostrazione di come un’ossessione, per quanto fornita di nobili intenzioni, possa lentamente mandare in pezzi un individuo; il cuore di Gone Girl (2014) sta nel concetto di apparenza.
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