domenica 2 settembre 2018

Colpo di fulmine – Il mago della truffa (I love you Phillip Morris, Glenn Ficarra, John Requa, 2009)

 
 
Steven Russell (Jim Carrey) è un americano dalla vita apparentemente perfetta: una bella moglie, una figlia molto amata, una casa graziosa e un lavoro – come poliziotto – che lo rende molto stimato all'interno della sua comunità. In realtà tutto questo è un grande inganno, architettato accuratamente con l'obiettivo di riuscire a svelarne un altro: la scoperta, avvenuta nell'infanzia, di essere stato adottato (e quindi abbandonato dalla sua vera madre) è infatti il trauma che segnerà la sua intera esistenza. Anche quando questa facciata crollerà a terra, spingendolo a trovare il coraggio di dichiarare la propria omosessualità vivendola in pieno, ciò che non lo abbandonerà mai sarà la sua camaleontica capacità di fingersi altro da sé, di inventare stratagemmi e personalità a strabiliante velocità.  
 
Colpo di fulmine – Il mago della truffa è un film che non si concentra tanto quanto ci si aspetterebbe dalle premesse sulla sua componente omosessuale: la storia d'amore tra Steven e Phillip (Ewan McGregor) occupa certamente un posto importantissimo all'interno dello sviluppo della vicenda, ma il fulcro attorno a cui essa ruota è piuttosto l'incapacità del protagonista di vivere al di fuori dei suoi inganni, nonostante i suoi sforzi in senso opposto. Il modello è quello della commedia e tutto ciò che cambia, in fondo, è che la componente sentimentale è affidata a due uomini piuttosto che ad un uomo e a una donna: una gradita variante all'interno di un menù spesso molto poco innovativo e cristallizzato nei suoi schemi decennali. Il rapporto tra i due protagonisti enfatizza le reciproche differenze caratteriali dei due personaggi e McGregor risulta convincente nel ruolo di un uomo gay sensibile ed innocentemente ingenuo senza scivolare nella caricatura, incarnando una specie di delicata virilità che non è così comune incontrare sul grande schermo. Le macchinazioni di Russell non diventano meccaniche e in più di un momento sorprendono lo spettatore, presentandosi all'improvviso dopo un momento di apparente calma. L'impiego della voce over, un espediente narrativo piuttosto pesante e spesso un po' indigesto, risulta in questo caso appropriato e adatto a dare maggiore profondità ad un protagonista multiforme ai limiti del disturbo della personalità. Più Steven cerca di inserirsi all'interno della società, accettandone le norme, più subisce la tentazione di irriderla con le proprie truffe, sberleffi da svariate centinaia di migliaia di dollari. Nelle fughe dal carcere si esprime al meglio un'intelligenza creativa e brillante. L'indossare una sola maschera nella convinzione illusoria che sia il suo vero volto, compiacendo chi gli sta vicino nel tentativo di essere amato, è ciò che lo allontana maggiormente dalla sua paradossale natura.

La regia di Glenn Ficarra e John Requa è, come nel caso del più recente Whiskey Tango Foxtrot (2016), forse non troppo interessante dal punto di vista visivo, ma comunque funzionale alla storia ed efficace narrativamente. La sceneggiatura, scritta dalla stessa coppia, non pare del resto puntare al capolavoro, ma piuttosto concentrarsi sul raccontare con la dovuta cura una piccola storia americana realmente accaduta (il vero Steven Russell sta attualmente scontando una pena centenaria in un carcere texano), ed in questo raggiunge indubbiamente il suo obbiettivo. Per Colpo di fulmine – Il mago della truffa si dovrebbe forse parlare, più che di comicità, di un umorismo lieve e non troppo amaro, che si diverte a rappresentare le convenzioni sociali come seriose caricature pronte ad essere svuotate dall'interno dal suo protagonista, mele invitanti e mature ma in realtà bacate. Non c'è giudizio né condanna su quanto fatto da Russell: Ficarra e Requa preferiscono concentrarsi sul mettere in scena la storia di un essere umano decisamente fuori dall'ordinario senza appesantirla con dilemmi etici o morali e, considerato il tono generale della messa in scena, si tratta di una scelta del tutto comprensibile.

Stupisce pensare che, dopo la roboante uscita di I segreti di Brokeback Mountain (Brokeback Mountain, Ang Lee, 2005) qualche anno prima, un film tanto innocuo abbia avuto grossi problemi a trovare un distributore, pare a causa della sua componente omosessuale. Colpo di fulmine – Il mago della truffa non è forse uno di quei film che si ricordano a lungo ed il cui impatto sullo spettatore è duraturo: non è quella la sua natura e probabilmente non lo è mai stata in nessun momento del processo creativo. È certamente, invece, un buon film indipendente che ripaga generosamente l'ora e mezza che si sceglie di dedicargli senza pretendere molto in cambio.

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