giovedì 28 luglio 2016

It Follows (David Robert Mitchell, 2014)


Sorge ogni tanto qualcuno che dice «Eccomi, son Io!».
Pien di fortuna si leva, e d'oro e d'argento.
E quando tutte bene ordinate ha ormai le sue cose
«Eccomi, son Io!», sussurra da segreto agguato la Morte.

Omar Khayyam

In una non meglio precisata cittadina americana di provincia una ragazza fugge precipitosamente di casa, divorata da un terrore che il padre e i vicini di casa non riescono a comprendere. Verrà ritrovata cadavere il mattino dopo, il corpo orrendamente contorto e spezzato sulla sponda sabbiosa di un lago. La sequenza iniziale di It Follows, film horror indipendente ed opera seconda del regista David Robert Mitchell, è scollegata dal resto della vicenda rappresentata; si preoccupa invece di dichiarare fin dai primi minuti il tono, lo stile e soprattutto l'atmosfera della pellicola. 



Soltanto dopo questa angosciante introduzione, infatti, entra in scena la protagonista, la diciannovenne Jay (Maika Monroe), che vive in una Detroit sospesa in un tempo magico e fuori dalla storia: i segni della crisi economica del 2008 sono evidenti ma, nonostante la presenza di uno strano apparecchio tecnologico a forma di conchiglia e dotato di schermo tattile, vestiti, macchine e ambienti sembrano provenire dagli anni ottanta, la sala cinematografica addirittura da molto prima. Jay galleggia pigramente in una piccola piscina, un innocente giocattolo rispetto al cupo lago mostrato poco prima. L'attende, in serata, un appuntamento galante con un giovanotto molto carino (Jake Weary). Per l'occasione sceglie dal proprio armadio un tenero, innocente vestito rosa pastello ed un girocollo di conchiglie (utilizzate molto spesso nell'antichità come rappresentazione figurata dell'organo sessuale femminile). Nonostante qualche piccolo intoppo iniziale l'incontro si conclude nel più classico dei modi: i due fanno sesso sul sedile posteriore della macchina di lui. Poco dopo, mentre Jay accarezza distrattamente dei piccoli arbusti fioriti (forse un richiamo alla celebre metafora sulla perdita della verginità coniata da Saffo e poi riutilizzata anche da Catullo e Virgilio), ancora distesa sul giaciglio d'amore, il giovane la addormenta con il cloroformio, piangendo disperatamente. La trasporta poi in un isolato edificio in rovina e la lega ad una sedia a rotelle, rimanendo in attesa del suo risveglio. Le racconta una strana ed inquietante storia su una presenza, un qualcosa che da lì in poi la inseguirà lentamente ma inesorabilmente, assumendo i connotati di sconosciuti e persone care, con l'unico scopo di ucciderla, fino a che lei non riuscirà a passarla a qualcuno altro tramite un atto sessuale, come ha fatto lui stesso. Avrà così inizio un incubo spaventoso che risucchierà al suo interno anche gli amici e la sorella di Jay (Lili Sepe), che si uniranno a lei nel tentativo di comprendere ciò che le sta accadendo, impegnandosi a cercare una soluzione. 


It Follows si impernia del tutto su un gruppetto di giovani al confine tra l'adolescenza e l'età adulta: i loro genitori rimangono figure sfocate e tagliate dall'inquadratura, estranei a questa specie di prova di iniziazione. Il regista e sceneggiatore D.R. Mitchell utilizza un'efficace metafora per portare a galla le inquietudini che accompagnano la scoperta del sesso e, in qualche modo, la coscienza della propria mortalità. Completata la crescita, superati i diciotto anni, ogni giorno che passa ci avvicina sempre di più all'imprevedibile momento della nostra dipartita dal mondo. Il sesso, il cui scopo ultimo è, in un'ottica naturalistica, la riproduzione, rappresenta l'unico modo per ottenere una forma di immortalità: perpetuare se stessi nel tempo attraverso la generazione di eredi tramite un singolo atto di piacere. Non esiste stratagemma, in ogni caso, che possa liberarci totalmente dalla morte: la fine prima o poi arriverà e non possiamo fare altro che accettarla. Per rappresentare questo, Mitchell sceglie una situazione – mutuata da un suo sogno ricorrente – che proprio in virtù della sua scarna semplicità riesce ad essere davvero terrificante non tanto negli occhi quanto nella mente. Come ben sa qualunque appassionato di cinema dell'orrore, la vera paura non si annida all'interno di immagini sanguinarie o effetti speciali elaborati: ciò che si attacca alla pelle e che portiamo con noi a casa, a tormentarci nel silenzio della notte mentre cerchiamo di prendere sonno, è la sensazione che qualcosa di terribile stia per accaderci, un'entità al di là dei confini della nostra razionalità che, strisciando nel buio, si avvicina a noi respiro dopo respiro, con incomprensibili intenzioni malvagie nei nostri confronti, e di fronte alla quale siamo impotenti come topi nelle spire di un serpente. Ci spaventa l'impossibilità di comprendere la natura di un fenomeno, come un essere muto che avanza verso di noi a passo lento e fissandoci dritto negli occhi. 


La prima parte di It Follows funziona meglio della seconda, che pur tenendo alta la tensione si sfilaccia in una cronaca dei tentativi dei protagonisti di liberarsi del misterioso inseguitore, risultando spesso in scene un po' difficili da interpretare e che risultano ripetitive. Il finale, folgorante nella sua semplicità, chiarifica il perché dello svolgersi di tali scene, ma non le redime del tutto; ciò non offusca, in ogni caso, l'incisività del soggetto della pellicola, che ha infatti ottenuto un gran successo presso la critica. La tecnica enfatizza il senso di terrore ed oppressione utilizzando panoramiche a trecentosessanta gradi, e non è difficile ritrovarsi a scrutare nervosamente lo sfondo, fremendo ad ogni albero scosso dal vento, osservando i movimenti di ogni passante, alla ricerca di qualcosa di sospetto. I riferimenti al cinema horror degli anni settanta e ottanta sono molteplici, e su tutti spiccano quelli a La cosa (The Thing, John Carpenter, 1982) che permeano tutta la vicenda. La stretta parentela non risulta né fuoriluogo né in alcun modo fastidiosa. I colori leggermente spenti della fotografia si addicono al tempo indefinito in cui si svolge la storia, un po' filtro di Instagram ed un po' fotografia sbiadita, calando su un mondo inizialmente ossessivamente ordinato e geometrico. A stuzzicare i pensieri e a spingerci all'apprensione pensa anche la colonna sonora, composta dal musicista americano Disasterpeace ed estremamente efficace nell'orientare i sentimenti degli spettatori, pizzicando i nervi ed aumentando i battiti con implacabile determinazione. 


It Follows, pur con le sue pecche, è un film horror dotato di un'ottima idea centrale, efficace proprio in virtù della sua brutalità, che gioca con lo spettatore spingendolo senza pietà all'interno di una trappola soffocante in cui quello che conta non è lo spavento in sé ma ciò che lo precede; il sangue si gela lentamente in un'attesa snervante e senza risposte. Non si può che guardare con interesse, quindi, al prossimo film scritto e diretto da David Robert Mitchell, il thriller noir Under The Silver Lake, la cui uscita è programmata per il prossimo anno.

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