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Visualizzazione dei post da 2018

Colpo di fulmine – Il mago della truffa (I love you Phillip Morris, Glenn Ficarra, John Requa, 2009)

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    Steven Russell (Jim Carrey) è un americano dalla vita apparentemente perfetta: una bella moglie, una figlia molto amata, una casa graziosa e un lavoro – come poliziotto – che lo rende molto stimato all'interno della sua comunità. In realtà tutto questo è un grande inganno, architettato accuratamente con l'obiettivo di riuscire a svelarne un altro: la scoperta, avvenuta nell'infanzia, di essere stato adottato (e quindi abbandonato dalla sua vera madre) è infatti il trauma che segnerà la sua intera esistenza. Anche quando questa facciata crollerà a terra, spingendolo a trovare il coraggio di dichiarare la propria omosessualità vivendola in pieno, ciò che non lo abbandonerà mai sarà la sua camaleontica capacità di fingersi altro da sé, di inventare stratagemmi e personalità a strabiliante velocità.

I figli degli uomini (Children of Men, Alfonso Cuarón, 2006)

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Il futuro inizia e finisce con i bambini: in Interceptor ( Mad Max , George Miller, 1979) ciò che segna la fine delle speranze del protagonista è l'uccisione della moglie e del figlio, mentre nel terzo film della saga, Mad Max – Oltre la sfera del tuono ( Mad Max Beyond Thunderdome , George Miller e George Ogilvie, 1985), la rinascita dell'umanità dopo la catastrofe è nelle mani di uno sparuto gruppetto di fanciulli. In Interstellar (Christopher Nolan, 2014) una delle missioni affidate al gruppo di esploratori spaziali è quella di trovare una base dove stabilire la prima colonia umana oltre il sistema solare, presente sull'astronave come un carico di embrioni congelati. Infine, è proprio l'immagine di un feto fluttuante sopra la terra a chiudere – facendo presagire un nuovo inizio – 2001: Odissea nello spazio ( 2001: A Space Odyssey , Stanley Kubrick, 1968). I figli degli uomini tratta questo tema in maniera molto più diretta: al centro della trama, infatti, c...

Hereditary: Le radici del male (Hereditary, Ari Aster, 2018)

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Nonostante mostri, spiriti malevoli e morti che risorgono dalle tombe abbondino all’interno dei racconti dell’orrore, non è da essi che scaturisce il forte sentimento di inquietudine che colpisce occasionalmente chi ne fa esperienza; non sono altro che maschere, infatti, poste al di sopra di situazioni e sensazioni ben più umane e realistiche. L’horror è, al suo meglio, uno specchio deformante della realtà, un linguaggio per immagini atto ad esplorare tramite la creazione artistica i recessi più bui e abietti dell’animo umano, per saggiarne in ambiente controllato la meschinità, la crudeltà, l’indifferenza, spesso la follia. Non si tratta di un risultato facile da ottenere, e in effetti i fallimenti superano di gran lunga i successi; non è affatto difficile imbattersi in spettacoli pirotecnici di smembramenti o possessione che restano in superficie, senza riuscire ad addentrarsi in profondità nelle emozioni che mettono in scena. L’esordiente Ari Aster, alla regia di Hereditary , se...