Dopo molte più peripezie di quante ci saremmo mai potuti aspettare, siamo arrivati al termine del 2020. Negli ultimi anni ho riservato alle sole riflessioni cinefile questo piccolo spazio digitale, una scelta dopotutto assai ragionevole. Bisogna pur dare un obiettivo e una forma definita a un blog, non si può farne materia informe e confusa. L'altro giorno, però, mentre camminavo per strada, ho pensato che sarebbe stato bello concludere questo anno così strano tirando fuori dal cassetto un racconto scritto un anno fa e come al solito mai pubblicato, ma inviato soltanto a poche persone di fiducia, tra le quali non posso fare a meno di citare l'amico di vecchia data Andrea Calosso, che oltre a leggerlo con interesse lo ha anche corretto; colgo l'occasione per ringraziarlo. È una storia intima e un po' inquietante, nata dal bisogno di elaborare alcuni rapporti e il loro significato per me, forse addirittura un po' leziosa in certi frangenti. Avendola scritta principalmente per soddisfare una necessità personale, però, non mi sono preoccupata troppo del suo realismo, lasciando che andasse dove le pareva. Credo comunque che possa essere una compagnia abbastanza soddisfacente per chi si immergerà nelle sue righe, magari per il tempo di un tè. Non amo i buoni propositi, mi generano troppa ansia, ma se dovessi sceglierne uno per l'anno venturo, direi: essere più libera di scrivere, creare, andare fuori dai limiti che mi impongo da sola. Auguri a tutti e, per chi vorrà, buona lettura dopo l'intervallo.
mercoledì 30 dicembre 2020
domenica 20 dicembre 2020
The Mandalorian – Capitolo 16: Il salvataggio
Lo dichiaro subito, senza girarci troppo intorno, in modo da fugare fin dall'inizio qualunque ambiguità: il finale di stagione di The Mandalorian non mi ha convinto per tutta una serie di ragioni. Mi rendo conto che si tratta di un’opinione impopolare e probabilmente molto personale: proprio per questo ho deciso di usare molto più che in passato la prima persona, invece di sforzarmi di ammantare di obiettività questo articolo. Beninteso: il cambiamento è necessario a tutte le storie, è la spinta che le muove in avanti, ed era dagli ultimi sei episodi che si intuiva che una grossa modifica allo status quo era in arrivo. Il salvataggio (The Rescue) è a tutti gli effetti il culmine di questo processo; è solo che la sua realizzazione e, soprattutto, le conseguenze che porta con sé, mi hanno lasciato con più di qualche dubbio.
lunedì 14 dicembre 2020
The Mandalorian – Capitolo 15: Il vendicatore
lunedì 7 dicembre 2020
Looper (Rian Johnson, 2012)
Una breve premessa: quella che segue è una recensione scritta nel settembre del 2016, pensata per essere pubblicata prima dell'uscita di Star Wars: Gli ultimi Jedi, che Rian Johnson ha diretto. Alla fine, per un motivo o per l'altro, è rimasta sepolta in una cartella del computer, abbandonata a se stessa. Ho pensato che valesse comunque la pena pubblicarla, epurando le riflessioni che erano ormai antiquate, ma mantenendo tutto il resto.
domenica 6 dicembre 2020
The Mandalorian – Capitolo 14: La tragedia
giovedì 3 dicembre 2020
The Mandalorian – Capitolo 13: La Jedi
Scritto e diretto da Dave Filoni, La Jedi (The Jedi) introduce nella sfera del live action Ahsoka Tano, portando alla luce nel contempo tutta l’influenza del cinema giapponese nell’universo di Star Wars. A fare da riferimento principale sono due pietre miliari intimamente connesse tra loro, La sfida del samurai (Yojimbo, Akira Kurosawa, 1961) e Per un pugno di dollari (Sergio Leone, 1964), che del primo è praticamente un rifacimento non autorizzato. La struttura dell’episodio e in particolare alcuni momenti dell’ultimo atto richiamano fortemente questa coppia di pellicole, anche se è doveroso notare come sia Kurosawa che Leone facciano da riferimento ideologico ed estetico all’intera serie sin dalla sua concezione. L’ambientazione della vicenda, però, e alcuni elementi della trama suggeriscono anche ulteriori parentele.
martedì 24 novembre 2020
Scherzi del destino: La casa di Jack (The House That Jack Built, Lars Von Trier, 2018)
lunedì 23 novembre 2020
The Mandalorian – Capitolo 12: L’assedio
lunedì 16 novembre 2020
The Mandalorian – Capitolo 11: L’erede
Splatter comedy: tre consigli di visione
martedì 10 novembre 2020
The Mandalorian – Capitolo 10: Il passeggero
«Filler» non è mai usato in maniera troppo lusinghiera quando si parla di serie televisive; è il termine a cui si ricorre ogniqualvolta si vuole tacciare un particolare episodio di essere superfluo nell’economia complessiva della storia. Sotto un certo punto di vista Il passeggero (The Passenger in originale) potrebbe rientrare in tale definizione; almeno al momento attuale i suoi eventi non sembrano essenziali alla trama generale. Eppure non mi sembra corretto considerarlo inutile o, peggio ancora, una perdita di tempo narrativo; se ci si libera della spasmodica necessità di arrivare alla grande rivelazione che sempre si attende dalle vicende che appassionano, ci si riesce a godere il viaggio senza concentrarsi troppo sul traguardo, e ad apprezzare ciò che si incontra lungo la strada.
lunedì 2 novembre 2020
The Mandalorian – Capitolo 9: Lo sceriffo
mercoledì 11 marzo 2020
Midsommar – Il villaggio dei dannati (Midsommar, Ari Aster, 2019)
mercoledì 26 febbraio 2020
Memorie di un assassino (살인의 추억, Sar-in-ui chu-eok, Bong Joon-ho, 2003)
domenica 16 febbraio 2020
Note su Snowpiercer
giovedì 6 febbraio 2020
Jojo Rabbit (Taika Waititi, 2019)
Maschere e travestimenti fanno da sempre parte dei giochi infantili; assumere identità ed esplorarle è una componente fondamentale del processo che porta a trovare la propria, e che spesso passa attraverso il riconoscersi come membri di un gruppo dagli specifici valori e obiettivi, un istinto che si raffina in età adulta ma che in un certo senso non scompare mai del tutto. Alla radice del fervente nazismo del giovane protagonista di Jojo Rabbit e dei suoi coetanei vi è in fondo uno spasmodico desiderio di appartenenza, di cui la dittatura si serve crudelmente per i propri scopi bellici. Johannes Betzler (Roman Griffin Davis), del resto, ha dieci anni nel 1945; tutta la sua carriera scolastica si è svolta all’ombra della croce uncinata e del mito del Führer, che idealizza come suo amico immaginario. Ai suoi occhi la propaganda del regime è verità, e il grande carnevale delle divise, delle regole e dei complessi rituali non è una folle recita, della quale Taika Waititi enfatizza la tragicomica assurdità, ma la realtà.