Black Sheep – Pecore assassine (Black Sheep, Jonathan King, 2006)
Ci sono film dell'orrore che cercano di
veicolare un messaggio al di là dei brividi; per esempio, una
critica della società in cui vengono prodotti, come i film sugli
zombie di George Romero. Ecco, Black Sheep – Pecore assassine
(Black Sheep, Jonathan King, 2006) con tutto ciò non ha nulla a che
fare. Anzi, a voler essere precisi, più che un horror in senso
stretto è una commedia splatter in cui i classici e pericolosissimi
esperimenti genetici portano, invece che ad un'orda di morti viventi
mezzi decomposti, a soffici pecore divorate dal desiderio di brucare
– letteralmente – carne umana. Il film è stato interamente
realizzato in Nuova Zelanda, il che traspare, oltre che dai
bellissimi ed incontaminati paesaggi, anche dal soggetto della
storia: una delle attività locali più fiorenti, infatti, oltre
all'attirare appassionati de Il signore degli anelli, è proprio
l'allevamento di ovini. I collegamenti con l'esalogia ambientata
nella Terra di mezzo, però, non finiscono qui: l'unione di splatter
e commedia è chiaramente ispirata ai primi film di Peter Jackson, Braindead (Peter Jackson, 1992) in testa; inoltre, gli effetti
speciali – sia reali che digitali – sono stati curati dal Weta
Workshop e da Richard Taylor, collaboratore di lunga data di Jackson.
I pupazzi animatronici delle pecore mannare sono, pertanto, di ottima fattura e sfruttati
bene, e le eventuali problematiche date da un budget probabilmente
non troppo ampio sono risolte degnamente, con l'uso delle luci
(spesso molto contrastate) e delle inquadrature, tra le quali
meritano sicuramente una menzione quelle più semplici, che riescono
a rendere inquietanti delle normalissime pecore perfettamente
immobili.
Il film rispetta le classiche formule
dello splatter, mettendo in mostra litri di sangue e metri di viscere all'aria, con una vena demenziale che via via emerge sempre di
più fino all'apoteosi del finale, senza arrivare, però, alle
altezze (o bassezze, a seconda dei punti di vista) di Braindead;
l'argomento agreste è l'occasione per prendersi gioco di animalisti
e vegetariani, ma sempre a cuor leggero. Si ride spesso, in Black
Sheep – Pecore assassine, se si è amanti di un certo umorismo nero
e paradossale, e la sceneggiatura fa il suo dovere, mettendoci a
conoscenza del fatto che anche nell'altro angolo del globo c'è una
certa preoccupazione per gli allevatori, come dire, eccessivamente
affezionati ai loro capi di bestiame. Merita indubbiamente una
visione se si è appassionati di cinema splatter, meglio ancora se di gruppo e accompagnata da un adeguato
quantitativo di birre fredde.
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