sabato 1 agosto 2015

Black Sheep – Pecore assassine (Black Sheep, Jonathan King, 2006)


Ci sono film dell'orrore che cercano di veicolare un messaggio al di là dei brividi; per esempio, una critica della società in cui vengono prodotti, come i film sugli zombie di George Romero. Ecco, Black Sheep – Pecore assassine (Black Sheep, Jonathan King, 2006) con tutto ciò non ha nulla a che fare. Anzi, a voler essere precisi, più che un horror in senso stretto è una commedia splatter in cui i classici e pericolosissimi esperimenti genetici portano, invece che ad un'orda di morti viventi mezzi decomposti, a soffici pecore divorate dal desiderio di brucare – letteralmente – carne umana. Il film è stato interamente realizzato in Nuova Zelanda, il che traspare, oltre che dai bellissimi ed incontaminati paesaggi, anche dal soggetto della storia: una delle attività locali più fiorenti, infatti, oltre all'attirare appassionati de Il signore degli anelli, è proprio l'allevamento di ovini. I collegamenti con l'esalogia ambientata nella Terra di mezzo, però, non finiscono qui: l'unione di splatter e commedia è chiaramente ispirata ai primi film di Peter Jackson, Braindead (Peter Jackson, 1992) in testa; inoltre, gli effetti speciali – sia reali che digitali – sono stati curati dal Weta Workshop e da Richard Taylor, collaboratore di lunga data di Jackson. I pupazzi animatronici delle pecore mannare sono, pertanto, di ottima fattura e sfruttati bene, e le eventuali problematiche date da un budget probabilmente non troppo ampio sono risolte degnamente, con l'uso delle luci (spesso molto contrastate) e delle inquadrature, tra le quali meritano sicuramente una menzione quelle più semplici, che riescono a rendere inquietanti delle normalissime pecore perfettamente immobili.


Il film rispetta le classiche formule dello splatter, mettendo in mostra litri di sangue e metri di viscere all'aria, con una vena demenziale che via via emerge sempre di più fino all'apoteosi del finale, senza arrivare, però, alle altezze (o bassezze, a seconda dei punti di vista) di Braindead; l'argomento agreste è l'occasione per prendersi gioco di animalisti e vegetariani, ma sempre a cuor leggero. Si ride spesso, in Black Sheep – Pecore assassine, se si è amanti di un certo umorismo nero e paradossale, e la sceneggiatura fa il suo dovere, mettendoci a conoscenza del fatto che anche nell'altro angolo del globo c'è una certa preoccupazione per gli allevatori, come dire, eccessivamente affezionati ai loro capi di bestiame. Merita indubbiamente una visione se si è appassionati di cinema splatter, meglio ancora se di gruppo e accompagnata da un adeguato quantitativo di birre fredde.  

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