martedì 17 novembre 2015

Star Wars: Episode III - The Backstroke of the West


Palpatine, un grande oratore. 

Siamo nel 2005, Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith (Star Wars: Episode III - Revenge of the Sith, George Lucas, 2005) è appena uscito nei cinema di tutto il mondo. Un giovane appassionato, tale Jeremy, che vive a Shangai, decide di acquistare un DVD piratato del film. Il volenteroso pirata cinese ha inserito anche i sottotitoli in inglese, pur senza - evidentemente - conoscerlo molto bene. Si è segnato quello che credeva di capire delle battute originali degli attori, naturalmente in cinese (aggiungendo qualcosa così, immaginiamo per un vezzo artistico), e poi ha tradotto il frutto del suo attento (emh) lavoro di ascolto nuovamente in inglese, probabilmente con un traduttore automatico: il risultato è ovviamente terribile ed esilarante.





Sbagliare il titolo quando te lo trovi scritto a lettere cubitali non è cosa da tutti, anche se la tua lingua madre si esprime in ideogrammi. The Backstroke of the West, però, ha il suo perché. Un sottile riferimento alla provenienza dalla parte occidentale del mondo della saga dei camminatori nel cielo? 


Obi-Wan sfoggia un linguaggio forbito. 


Poi lascia perdere. 


Il clone pilota ha tutte le ragioni, in compenso, di essere preoccupato. 


Da qualche parte, là in mezzo, c'è il nome di Obi-Wan, supponiamo che sia "important in good elephant". Quale sia la relazione tra Obi-Wan e gli elefanti non ci è dato sapere. 


È evidente, d'altro canto, che il pirata cinese ha davvero una pessima opinione delle capacità di Anakin, visto come traduce il suo nome.  


In effetti, un cavaliere Jedi che nel bel mezzo di una battaglia si preoccupa dello stato della sua capigliatura (o di quella di altri, forse) non fa una gran bella impressione. 


La valuta corrente nella galassia lontana lontana sono i risi, buttate via quegli inutili crediti. 


Obi-Wan recita haiku su una nave ammiraglia in caduta libera, come tutti i veri Jedi dovrebbero fare.



Gollum? 



Darth Plagueis regnava su sudditi molto premurosi, forse un po' troppo. 


Pane per complottisti: questo è quello che ottieni se traduci "Jedi Council" in cinese e poi di nuovo in inglese. 


"Obi-Wan... May the Force be with you", o il potere del desiderio, sai com'è, volere è potere, maestro Ratio Tile (chissà dov'è finito l'elefante). 


Gli dovevi solo dare delle indicazioni, tizio inquietante di Utapau, non fargli una lezione sull'immodestia che tutti perdiamo. 


Alla Chiesa Presbiteriana non piace Anakin. 


Certe cose, inglese o cinese, non cambiano mai. Diventano solo più sgrammaticate.


Questo è il vero nome di Darth Vader, stolti! 


La versione non censurata di "You have done well, my apprentice". 


Rispuntano gli elefanti, e scopriamo che Anakin e Obi-Wan sono fratelli nell'elefante. Logico. 


Plot twist: quel gran bugiardo di George Lucas ci ha sempre mentito, altro che tanto tempo fa in una galassia lontana lontana!


Perché dire semplicemente "I have the high ground" quando puoi dire "The geography that I stands compares you superior"? 


Non pensavo che ci fossero tanti modi di tradurre (e fraintendere) "NOOO!" E invece. Questo "Do not want", tra l'altro, è diventato talmente famoso da generare un meme su internet

Il post di Jeremy aggiornato con più immagini, più spaventose traduzioni e soprattutto un migliore commento rispetto al mio si trova qui.

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