venerdì 26 agosto 2016

Meet the Feebles (Peter Jackson, 1989)


Alla fine degli anni Ottanta Peter Jackson era un regista esordiente che aveva fatto parlare di sé tra gli appassionati del genere splatter per Fuori di testa (Bad Taste, 1987), film girato lungo l'arco di quattro anni, in gran parte con mezzi di fortuna, in cui un gruppo di alieni sbarca in Nuova Zelanda con l'obbiettivo di rifornire di carne la propria catena di fastfood. Nel 1990, durante un festival di film fantasy ad Amburgo, debutta il suo successivo progetto, Meet the Feebles, pellicola interamente realizzata con pupazzi, costumi e marionette che si pone l'obbiettivo di fare una satira spietata e crudele sul mondo dello spettacolo ed in particolare su I Muppet, da cui riprende molti elementi.

La sceneggiatura segue le vite dei protagonisti di Meet the Feebles, show teatrale il cui prossimo spettacolo sarà ripreso dalla tv, e tutti sperano che ciò possa portare ad un contratto per una serie. La trama segue più linee narrative e più personaggi, spesso scarsamente collegati: alcune risultano più interessanti di altre, ma tutte sono dipinte a tinte forti. Nelle ore precedenti alla messa in onda, mentre sul palco si susseguono le prove, i più svariati eventi hanno luogo: la stella dello spettacolo, l'ippopotamo Heidi, scopre il tradimento del suo innamorato, il tricheco Bletch, a capo della compagnia, che non la trova più attraente e le preferisce la gatta Samantha. Il giovane ed innocente riccio Robert, appena assunto, si affaccia su questo nuovo mondo con l'aiuto del verme Arthur, e si innamora della tenera barboncina Lucille; quest'ultima tuttavia ha attirato l'attenzione del ratto Trevor, in cerca di star per i suoi film porno. Il coniglio Dennis si ammala fatalmente a causa della sua attivissima vita sessuale, e deve difendersi dagli assalti di una mosca reporter dalle disgustose abitudini, determinata ad ottenere un grande scoop. L'elefante Sid è alle prese con una causa legale che vuole spingerlo a riconoscere la paternità del cucciolo della gallina Sandy, e nel frattempo la rana Wynyard è in preda ad una violentissima crisi di astinenza che rischia di compromettere la sua esibizione come lanciatore di coltelli. 


I personaggi di Meet the Feebles sono tutti – con l'eccezione di Robert, Lucille, Arthur e, in una certa misura, Heidi – esseri abietti che incarnano le peggiori qualità degli umani. Sesso, droga, pornografia e malvagità abbondano. I protagonisti di stoffa e pelliccia vagano per le quinte del teatro immersi in un'aria cinica e grottesca; i toni farseschi e la recitazione caricaturale donano una luce inquietante agli accadimenti demenziali che si susseguono sullo schermo. Non mancano, tuttavia, parentesi genuinamente esilaranti, come il flashback di Wynyard sulla propria esperienza di prigioniero dei vietcong durante la guerra in Vietnam.


Jackson non va per il sottile: allo spettatore non viene risparmiata nessuna gag rivoltante, tutti i fluidi corporei vengono fatti defluire e schizzare dai corpi snodati dei pupazzi, nel nome di una comicità sboccata e ruvida che certamente non è adatta ad ogni tipo di palato, e che anzi a molti potrà risultare facilmente indigesta, molto più di quella di Spatters – Gli schizzacervelli (Braindead, 1992). Quest'ultima pellicola, successiva di pochi anni, risulta inoltre più coesa, godibile e raffinata di Meet the Feebles, che è in fondo un gioco sguaiato portato avanti con determinazione e abilità artigiana, uno scherzo elaborato spinto al limite del sopportabile, fedele fino in fondo alla sua anima irriverente di film splatter indipendente proveniente da un'isoletta sperduta in mezzo all'Oceano Pacifico. 


Gli effimeri momenti melodrammatici – quasi del tutto dedicati alla contrastata storia d'amore tra Robert e Lucille – mettono ancora più in evidenza la crudeltà della satira, ancora più straniante perché inserita senza pietà all'interno di un contesto solitamente correlato all'innocenza dell'infanzia.
Gli effetti speciali e gli sfondi, considerato il budget, sono molto ben realizzati; la regia, seppure forse ancora un po' acerba, mostra piccoli guizzi interessanti. La seconda opera di Jackson senza ombra di dubbio non è la migliore della sua ormai lunga carriera e non è imperdibile, essendo riservata piuttosto ai soli appassionati di splatter che siano in grado di reggerne il violento e rozzo umorismo. Meet the Feebles in un certo senso fa categoria a sé, e quest'ultima non è adatta a tutti. Va riconosciuto, però, che nascosti in profondità al suo interno vi sono i semi delle capacità registiche, produttive e creative che avrebbero messo in scena Il Signore degli Anelli. Un film satirico interamente recitato da pupazzi non è per nulla facile da realizzare, del resto, ancora meno se lo si gira quando si è appena superato lo status di appassionati dilettanti, lontani centinaia di chilometri dalle grandi risorse hollywoodiane e newyorchesi. 


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