Hardcore! (Hardcore Henry, Ilya Naishuller, 2015)
Ai suoi albori, il cinema non era che
uno schermo teso sotto un tendone. Un prodigio tecnologico, un
divertimento per le masse, un artigianato pioneristico: quasi nessuno
avrebbe allora osato accostare ad esso la parola “arte”. Spesso
guardare alle radici è di grande aiuto per comprendere il presente:
mi piace pensare che Hardcore!, nonostante il suo chiaro legame con
le forme di intrattenimento più moderne, abbia qualcosa in comune
con quei primi, spensierati cortometraggi.
Primo lungometraggio di Ilya
Naishuller, evidentemente un'evoluzione di due video musicali da lui
realizzati per la sua band, The Stampede e Bad Motherfucker,
Hardcore! è completamente girato in prima persona tramite
videocamere GoPro. Non è la prima volta che l'idea di un film tutto
in soggettiva fa capolino nella storia del cinema, anzi: Robert
Montgomery girò Una donna nel lago (Lady in the Lake) già nel 1947,
e pare che, a cavallo tra gli anni trenta e quaranta, anche Orson
Welles avesse accarezzato tale idea per la sua mai realizzata
trasposizione di Cuore di tenebra. Per tutta una serie di motivi –
non ultimo l'impossibilità di empatizzare davvero con il
protagonista attraverso le sue espressioni – simili esperimenti non
hanno mai avuto un gran successo. Il momento storico, però, gioca a
favore di Hardcore!: con l'estrema diffusione dei video amatoriali
online e soprattutto dei videogiochi, in particolare dei first-person
shooter, il pubblico ha avuto modo di prendere sufficiente confidenza
con questa particolare prospettiva, che sovrappone un occhio
meccanico ad un occhio umano (anche se, nel caso di Hardcore!, i due
elementi dell'equiparazione sono entrambi elettronici).
La storia di Hardcore! è raccontata
attraverso gli occhi di Henry, un uomo tramutato in cyborg che,
obbedendo ai più classici luoghi comuni del cinema d'azione, dovrà
combattere per sopravvivere e scoprire la verità. La sceneggiatura
non è, dopotutto, particolarmente importante: è poco più di un
binario necessario a far scorrere le lunghe ed elaboratissime
sequenze di inseguimenti e sparatorie, che occupano il centro della
scena e che sicuramente non sono state per nulla semplici da
realizzare. Non poter coadiuvare il lavoro di stuntman e reparto
degli effetti speciali cambiando il punto di vista o l'angolazione
della macchina da presa comporta, non è difficile immaginarlo, tutta
una serie di problematiche aggiuntive a quelle tipiche di un progetto
del genere. Le intricate coreografie riempono fino all'ultimo
centimetro di schermo in più momenti, e sono abbastanza rapide da
far sì che lo spettatore non si fermi a riflettere troppo a lungo su
quello che sta vedendo e si goda semplicemente la corsa.
Hardcore! è, alla fine, un film
soddisfacente? Dipende: se ci si siede sulla poltrona del cinema con
lo stesso spirito con cui si andrebbe al circo, indubbiamente sì. Se
invece ci si mette alla ricerca, all'interno dei suoi novantasei
minuti, di qualcosa in grado di rivoluzionare il cinema d'azione,
probabilmente no. Gli svantaggi dell'incatenare tutto l'intero corpo
delle riprese ad un unico punto di vista inevitabilmente rimangono
dov'erano prima, non vengono superati; la vicenda è costruita
appositamente per esaltarli, mascherarli e, in fondo, giustificarli.
È facile paragonare il film di Naishuller ad un gameplay ben girato
fin dai suoi primi fotogrammi, e se questo può essere curioso o
divertente da osservare, nello stesso tempo è anche ciò che gli
impedisce di essere davvero interessante visivamente: pur riportate
sullo schermo del cinema, le logiche restano esattamente quelle di un
videogioco in prima persona. Il fatto che il protagonista non parli e
che abbia una biografia quasi inconsistente non incentiva lo
spettatore a farlo suo o ad identificarsi in qualche modo con lui o
con il suo destino; a risultare più attraente è, senza dubbio, il
professor Jimmy interpretato da Sharlto Copley, esuberante ed
istrionico nelle sue continue trasformazioni. L'antagonista del film,
a cui presta le (ossigenate) sembianze Danila Kozlovsky, è piuttosto
generico e non risulta una minaccia credibile fino in fondo.
Detto ciò, bisogna comunque ammettere
che Hardcore! è una visione divertente, se si apprezzano vagonate di
botte da orbi, un po' di splatter ed un deciso sentore di B movie –
nel senso positivo del termine. Non tutti i giorni della nostra vita
sono memorabili, come non lo sono tutti i libri che leggiamo, tutte
le canzoni che ascoltiamo e tutti i posti in cui andiamo; lo stesso
vale, secondo me, per i film. Hardcore! probabilmente non avrà un
posto all'interno dei manuali di storia del cinema, ma è del tutto
adatto a riempire una serata tra amici.
Commenti
Posta un commento