mercoledì 11 maggio 2016

Hardcore! (Hardcore Henry, Ilya Naishuller, 2015)


Ai suoi albori, il cinema non era che uno schermo teso sotto un tendone. Un prodigio tecnologico, un divertimento per le masse, un artigianato pioneristico: quasi nessuno avrebbe allora osato accostare ad esso la parola “arte”. Spesso guardare alle radici è di grande aiuto per comprendere il presente: mi piace pensare che Hardcore!, nonostante il suo chiaro legame con le forme di intrattenimento più moderne, abbia qualcosa in comune con quei primi, spensierati cortometraggi. 


 
Primo lungometraggio di Ilya Naishuller, evidentemente un'evoluzione di due video musicali da lui realizzati per la sua band, The Stampede e Bad Motherfucker, Hardcore! è completamente girato in prima persona tramite videocamere GoPro. Non è la prima volta che l'idea di un film tutto in soggettiva fa capolino nella storia del cinema, anzi: Robert Montgomery girò Una donna nel lago (Lady in the Lake) già nel 1947, e pare che, a cavallo tra gli anni trenta e quaranta, anche Orson Welles avesse accarezzato tale idea per la sua mai realizzata trasposizione di Cuore di tenebra. Per tutta una serie di motivi – non ultimo l'impossibilità di empatizzare davvero con il protagonista attraverso le sue espressioni – simili esperimenti non hanno mai avuto un gran successo. Il momento storico, però, gioca a favore di Hardcore!: con l'estrema diffusione dei video amatoriali online e soprattutto dei videogiochi, in particolare dei first-person shooter, il pubblico ha avuto modo di prendere sufficiente confidenza con questa particolare prospettiva, che sovrappone un occhio meccanico ad un occhio umano (anche se, nel caso di Hardcore!, i due elementi dell'equiparazione sono entrambi elettronici). 


La storia di Hardcore! è raccontata attraverso gli occhi di Henry, un uomo tramutato in cyborg che, obbedendo ai più classici luoghi comuni del cinema d'azione, dovrà combattere per sopravvivere e scoprire la verità. La sceneggiatura non è, dopotutto, particolarmente importante: è poco più di un binario necessario a far scorrere le lunghe ed elaboratissime sequenze di inseguimenti e sparatorie, che occupano il centro della scena e che sicuramente non sono state per nulla semplici da realizzare. Non poter coadiuvare il lavoro di stuntman e reparto degli effetti speciali cambiando il punto di vista o l'angolazione della macchina da presa comporta, non è difficile immaginarlo, tutta una serie di problematiche aggiuntive a quelle tipiche di un progetto del genere. Le intricate coreografie riempono fino all'ultimo centimetro di schermo in più momenti, e sono abbastanza rapide da far sì che lo spettatore non si fermi a riflettere troppo a lungo su quello che sta vedendo e si goda semplicemente la corsa. 


Hardcore! è, alla fine, un film soddisfacente? Dipende: se ci si siede sulla poltrona del cinema con lo stesso spirito con cui si andrebbe al circo, indubbiamente sì. Se invece ci si mette alla ricerca, all'interno dei suoi novantasei minuti, di qualcosa in grado di rivoluzionare il cinema d'azione, probabilmente no. Gli svantaggi dell'incatenare tutto l'intero corpo delle riprese ad un unico punto di vista inevitabilmente rimangono dov'erano prima, non vengono superati; la vicenda è costruita appositamente per esaltarli, mascherarli e, in fondo, giustificarli. È facile paragonare il film di Naishuller ad un gameplay ben girato fin dai suoi primi fotogrammi, e se questo può essere curioso o divertente da osservare, nello stesso tempo è anche ciò che gli impedisce di essere davvero interessante visivamente: pur riportate sullo schermo del cinema, le logiche restano esattamente quelle di un videogioco in prima persona. Il fatto che il protagonista non parli e che abbia una biografia quasi inconsistente non incentiva lo spettatore a farlo suo o ad identificarsi in qualche modo con lui o con il suo destino; a risultare più attraente è, senza dubbio, il professor Jimmy interpretato da Sharlto Copley, esuberante ed istrionico nelle sue continue trasformazioni. L'antagonista del film, a cui presta le (ossigenate) sembianze Danila Kozlovsky, è piuttosto generico e non risulta una minaccia credibile fino in fondo. 


Detto ciò, bisogna comunque ammettere che Hardcore! è una visione divertente, se si apprezzano vagonate di botte da orbi, un po' di splatter ed un deciso sentore di B movie – nel senso positivo del termine. Non tutti i giorni della nostra vita sono memorabili, come non lo sono tutti i libri che leggiamo, tutte le canzoni che ascoltiamo e tutti i posti in cui andiamo; lo stesso vale, secondo me, per i film. Hardcore! probabilmente non avrà un posto all'interno dei manuali di storia del cinema, ma è del tutto adatto a riempire una serata tra amici.

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