It Follows (David Robert Mitchell, 2014)
Sorge ogni tanto qualcuno che dice «Eccomi, son Io!».Pien di fortuna si leva, e d'oro e d'argento.E quando tutte bene ordinate ha ormai le sue cose«Eccomi, son Io!», sussurra da segreto agguato la Morte.
Omar Khayyam
In una non meglio precisata cittadina
americana di provincia una ragazza fugge precipitosamente di casa,
divorata da un terrore che il padre e i vicini di casa non riescono a
comprendere. Verrà ritrovata cadavere il mattino dopo, il corpo
orrendamente contorto e spezzato sulla sponda sabbiosa di un lago. La
sequenza iniziale di It Follows, film horror indipendente ed opera
seconda del regista David Robert Mitchell, è scollegata dal resto
della vicenda rappresentata; si preoccupa invece di dichiarare fin
dai primi minuti il tono, lo stile e soprattutto l'atmosfera della
pellicola.
Soltanto dopo questa angosciante introduzione, infatti,
entra in scena la protagonista, la diciannovenne Jay (Maika Monroe),
che vive in una Detroit sospesa in un tempo magico e fuori dalla
storia: i segni della crisi economica del 2008 sono evidenti ma,
nonostante la presenza di uno strano apparecchio tecnologico a forma
di conchiglia e dotato di schermo tattile, vestiti, macchine e
ambienti sembrano provenire dagli anni ottanta, la sala
cinematografica addirittura da molto prima. Jay galleggia pigramente
in una piccola piscina, un innocente giocattolo rispetto al cupo lago
mostrato poco prima. L'attende, in serata, un appuntamento galante
con un giovanotto molto carino (Jake Weary). Per l'occasione sceglie
dal proprio armadio un tenero, innocente vestito rosa pastello ed un
girocollo di conchiglie (utilizzate molto spesso nell'antichità come
rappresentazione figurata dell'organo sessuale femminile). Nonostante
qualche piccolo intoppo iniziale l'incontro si conclude nel più
classico dei modi: i due fanno sesso sul sedile posteriore della
macchina di lui. Poco dopo, mentre Jay accarezza distrattamente dei
piccoli arbusti fioriti (forse un richiamo alla celebre metafora
sulla perdita della verginità coniata da Saffo e poi riutilizzata
anche da Catullo e Virgilio), ancora distesa sul giaciglio d'amore,
il giovane la addormenta con il cloroformio, piangendo
disperatamente. La trasporta poi in un isolato edificio in rovina e
la lega ad una sedia a rotelle, rimanendo in attesa del suo
risveglio. Le racconta una strana ed inquietante storia su una
presenza, un qualcosa che da lì in poi la inseguirà lentamente ma
inesorabilmente, assumendo i connotati di sconosciuti e persone care,
con l'unico scopo di ucciderla, fino a che lei non riuscirà a
passarla a qualcuno altro tramite un atto sessuale, come ha fatto lui
stesso. Avrà così inizio un incubo spaventoso che risucchierà al
suo interno anche gli amici e la sorella di Jay (Lili Sepe), che si
uniranno a lei nel tentativo di comprendere ciò che le sta
accadendo, impegnandosi a cercare una soluzione.
It Follows si impernia del tutto su un
gruppetto di giovani al confine tra l'adolescenza e l'età adulta: i
loro genitori rimangono figure sfocate e tagliate dall'inquadratura,
estranei a questa specie di prova di iniziazione. Il
regista e sceneggiatore D.R. Mitchell utilizza un'efficace metafora
per portare a galla le inquietudini che accompagnano la scoperta del
sesso e, in qualche modo, la coscienza della propria mortalità.
Completata la crescita, superati i diciotto anni, ogni giorno che
passa ci avvicina sempre di più all'imprevedibile momento della
nostra dipartita dal mondo. Il sesso, il cui scopo ultimo è, in
un'ottica naturalistica, la riproduzione, rappresenta l'unico modo
per ottenere una forma di immortalità: perpetuare se stessi nel
tempo attraverso la generazione di eredi tramite un singolo atto di
piacere. Non esiste stratagemma, in ogni caso, che possa liberarci
totalmente dalla morte: la fine prima o poi arriverà e non possiamo
fare altro che accettarla. Per rappresentare questo, Mitchell sceglie
una situazione – mutuata da un suo sogno ricorrente – che proprio
in virtù della sua scarna semplicità riesce ad essere davvero
terrificante non tanto negli occhi quanto nella mente. Come ben sa
qualunque appassionato di cinema dell'orrore, la vera paura non si
annida all'interno di immagini sanguinarie o effetti speciali
elaborati: ciò che si attacca alla pelle e che portiamo con noi a
casa, a tormentarci nel silenzio della notte mentre cerchiamo di
prendere sonno, è la sensazione che qualcosa di terribile stia per
accaderci, un'entità al di là dei confini della nostra razionalità
che, strisciando nel buio, si avvicina a noi respiro dopo respiro,
con incomprensibili intenzioni malvagie nei nostri confronti, e di
fronte alla quale siamo impotenti come topi nelle spire di un
serpente. Ci spaventa l'impossibilità di comprendere la natura di un
fenomeno, come un essere muto che avanza verso di noi a passo lento e
fissandoci dritto negli occhi.
La prima parte di It Follows funziona
meglio della seconda, che pur tenendo alta la tensione si sfilaccia
in una cronaca dei tentativi dei protagonisti di liberarsi del
misterioso inseguitore, risultando spesso in scene un po' difficili
da interpretare e che risultano ripetitive. Il finale, folgorante
nella sua semplicità, chiarifica il perché dello svolgersi di tali
scene, ma non le redime del tutto; ciò non offusca, in ogni caso,
l'incisività del soggetto della pellicola, che ha infatti ottenuto
un gran successo presso la critica. La tecnica enfatizza il senso di
terrore ed oppressione utilizzando panoramiche a trecentosessanta
gradi, e non è difficile ritrovarsi a scrutare nervosamente lo
sfondo, fremendo ad ogni albero scosso dal vento, osservando i
movimenti di ogni passante, alla ricerca di qualcosa di sospetto. I
riferimenti al cinema horror degli anni settanta e ottanta sono
molteplici, e su tutti spiccano quelli a La cosa (The Thing, John
Carpenter, 1982) che permeano tutta la vicenda. La stretta parentela
non risulta né fuoriluogo né in alcun modo fastidiosa. I colori
leggermente spenti della fotografia si addicono al tempo indefinito
in cui si svolge la storia, un po' filtro di Instagram ed un po'
fotografia sbiadita, calando su un mondo inizialmente ossessivamente
ordinato e geometrico. A stuzzicare i pensieri e a spingerci
all'apprensione pensa anche la colonna sonora, composta dal musicista
americano Disasterpeace ed estremamente efficace nell'orientare i
sentimenti degli spettatori, pizzicando i nervi ed aumentando i
battiti con implacabile determinazione.
It Follows, pur con le sue pecche, è
un film horror dotato di un'ottima idea centrale, efficace proprio in
virtù della sua brutalità, che gioca con lo spettatore spingendolo
senza pietà all'interno di una trappola soffocante in cui quello che
conta non è lo spavento in sé ma ciò che lo precede; il sangue si
gela lentamente in un'attesa snervante e senza risposte. Non si può
che guardare con interesse, quindi, al prossimo film scritto e
diretto da David Robert Mitchell, il thriller noir Under The Silver
Lake, la cui uscita è programmata per il prossimo anno.
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