The One I Love (Charlie McDowell, 2014)
The One I Love è il tipo di film che
andrebbe guardato non conoscendo nulla della trama. L’incipit
dell’opera di esordio di Charlie McDowell – figlio di Malcolm
McDowell, il volto cinematografico di Alex DeLarge in Arancia
meccanica (A Clockwork Orange, Stanley Kubrick, 1971) – è dimesso,
addirittura scarno: una giovane coppia in crisi si rivolge ad uno
psicologo per iniziare un percorso di terapia di coppia. L’uomo,
dopo alcune sedute, propone loro di passare un week-end in una sua
tenuta, assicurando loro che torneranno rigenerati e più uniti che
mai. La grande villa, provvista anche di casa per gli ospiti, non è
però soltanto un luogo ameno immerso nel verde.
La prima metà della vicenda scorre
lentamente, forse addirittura troppo, considerando la linearità e
semplicità della vicenda. La coppia protagonista, formata da Ethan
(Mark Duplass) e Sophie (Elisabeth Moss), è in un certo senso il più
tipico esempio di matrimonio in fallimento: una donna frustrata, che
si sente trascurata, ed un uomo confuso e rattristato, colpevole di
tradimento. Le interazioni tra loro sono estremamente naturali e
proprio per questo in certi momenti appaiono quasi trascurabili ed un
po’ noiose. Va considerato, in ogni caso, che il regista stesso ha
dichiarato che i dialoghi sono stati quasi interamente improvvisati
sul set, e tenendo a mente questo si possono considerare in un certo
senso riusciti. The One I Love risulta più interessante con il
passare dei minuti, quando la vicenda al centro della storia giunge
ad occupare il centro della scena. Non è un caso che ad un certo
punto Ethan faccia un riferimento a Ai confini della realtà (The
Twilight Zone), celeberrima serie televisiva americana di racconti
del mistero, andata in onda a partire dal 1959. Sembra davvero, in
effetti, che i due coniugi siano precipitati in qualche piega dello
spazio-tempo in cui le regole della logica non siano più
applicabili, e nell’aria c’è un’atmosfera metafisica che rende
tutto incerto, tanto che non si è più nemmeno sicuri che la porta
a vetri che si appena varcata più tardi si apra di nuovo.
The One I Love si articola tutto intorno ad un’idea interessante e innegabilmente assurda, senza preoccuparsi di arricchirla di dettagli o spiegazioni più o meno sensate: l’impossibilità di determinare con certezza che cosa stia realmente accadendo è indubbiamente parte del suo fascino, anche se forse, arrivati ai titoli di coda, si sente il vago desiderio di qualche informazione in più. Il contributo della colonna sonora è molto limitato, ma efficace nei momenti in cui viene posto all’attenzione dello spettatore: glissati metallici e rumori arrangiati secondo una sorta di scarna armonia si accordano bene con lo stile di regia pulito e senza troppi fronzoli. Mark Duplass ed Elisabeth Moss sorreggono con le proprie abilità attoriali l’intero film, ottenendo un risultato più che buono, sperimentando con microscopiche o meno variazioni di tono e carattere che invogliano a scrutare con attenzione le loro espressioni, alla ricerca della differenza.
The One I Love è una buona opera
prima, in cui è possibile riconoscere qualche segno interessante e
piccoli difetti, certamente non tali da compromettere l’intera
operazione, e non sarebbe neppure giusto, forse, pretendere un
capolavoro. Charlie McDowell sembra possedere gli strumenti per
mettere in scena una storia stilisticamente coesa e visivamente
piacevole, che è in grado di ripagare, almeno in gran parte, la
fiducia che gli spettatori gli accordano durante un primo tempo non
particolarmente denso di eventi, incanalando le proprie premesse in
uno svolgimento intrigante.
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