giovedì 15 settembre 2016

Note su Better Call Saul: Jimmy e Saul


L’avvocato Saul Goodman è un esperto marinaio nelle acque criminali del New Mexico, il mecenate di una piccola tribù di questuanti ai limiti della società; l’avvocato James McGill, invece, è un pesce fuor d’acqua che tenta di infilarsi in un ambiente che non fa per lui, nella speranza di guadagnarsi il rispetto di un fratello che non l’ha mai davvero apprezzato. Queste due facce della stessa personalità, però, condividono qualcosa: l’atmosfera dei luoghi che fanno da sfondo alla loro esistenza. Strade periferiche, cemento pieno di crepe, parcheggi dalle linee sbiadite, uffici banali, tavole calde di provincia, fast-food dall’arredamento kitsch. Le ariose stanze degli studi legali che appaiono in Better Call Saul, o la residenza degli Schwartz in Breaking Bad, sembrano elementi alieni all’interno di un tale panorama. 



Le sconfinate foreste di grattacieli delle metropoli statunitensi sembrano incalcolabilmente lontane da Albuquerque, appoggiata sulla polvere e sulle rocce del deserto come se non avesse fondamenta, un accampamento di coloni che si è ingrandito in estensione ma che non ha mai messo davvero radici. Il grande sogno americano giace sepolto insieme alle ossa degli indiani; ciò che è sopravvissuto alla lontana epopea della conquista del West è la frontiera, un confine sempre inevitabilmente permeabile, punto d'incontro per uomini provenienti da culture diverse ma uniti dalla mancanza di scrupoli, in cerca di vendetta o di un buon affare. Non c'è posto migliore, quindi, dove avrebbe potuto trovarsi un artista della truffa con una laurea in legge presa per corrispondenza. 


Jimmy McGill desidera conquistare la rispettabilità dell'uomo di legge, ma non c'è ufficio lussuoso che possa tenere a bada la creatività spericolata del diplomatico da saloon, che sa azzittire le pistole con la propria parlantina provvidenziale. I seri e noiosi completi di sartoria che indossano i suoi colleghi, ai quali cerca di uniformarsi, non lo rappresentano quanto le cravatte e le camicie in colori discutibili verso cui, negli anni seguenti, propenderà. Per difendere e tirare fuori dai guai dei criminali, del resto, nessuno è più adatto di un uomo che li comprende, che condivide con loro le difficoltà ed una morale piuttosto elastica: anche se lo vediamo tentennare e cercare di allontanarsi dall’illegalità, noi spettatori sappiamo che quest’ultima esercita su di lui un richiamo troppo forte per essere ignorato. 


In una città nel mezzo del deserto non si sopravvive se non ci si crea un personaggio identificabile e riconoscibile dalla comunità: il futuro Saul Goodman lo sa bene, conosce i temi e la retorica da utilizzare per colpire il pubblico che in un dato momento gli interessa. Una pubblicità non deve essere necessariamente bella od appropriata, ma persuadere il prossimo a fare ciò che si desidera. Nell’epoca in cui i migliori mezzi di trasporto della zona erano la diligenza o il treno, non sarebbe esistito un venditore ambulante di olio di serpente con più successo di lui. Nel tipico bacino di elettori repubblicani, nulla funziona più di un esibito patriottismo, fatto di bandiere sventolanti, cappelli da cowboy e glorioso passato. Il risultato, all’interno di questo tipo di logica, conta più del modo in cui lo si è ottenuto; il diritto è un intrico di norme da sfruttare a proprio favore, non un testo sacro da rispettare a tutti i costi. 


Tale meccanismo pubblicitario funziona meravigliosamente, però, soprattutto perché il suo creatore è abilissimo a vendere se stesso prima di tutto il resto: nessuno sa essere simpatico, amichevole, trascinante come Jimmy McGill, tantomeno il suo più accademicamente brillante fratello, che in fondo gli invidia tale capacità, anche se detesta l’utilizzo che ne fa. Gli altri avvocati, con le loro scrivanie eleganti e le loro poltrone di pelle, non sanno avvicinarsi alle persone quanto lui, e finiscono per sembrare paradossalmente più distanti e fuori posto nell’ambiente in cui si trovano che l’ex Slippin’ Jimmy, con il suo bugigattolo nel retrobottega di un salone di estetica asiatico e i suoi appuntamenti a domicilio o nei più anonimi diner. I suoi metodi non sono convenzionali, e spesso chiaramente illegali, eppure risulta difficile condannare qualcuno che sa rendersi così piacevole con chi ha a che fare con lui. Tuttavia, questo rimane comunque un gioco pericoloso, e l’inizio della terza stagione potrebbe mostrarcene le conseguenze.

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