lunedì 16 novembre 2020

Splatter comedy: tre consigli di visione


Anche se li si considera horror, i film splatter non sempre si pongono l’obbiettivo di spaventare i propri spettatori; esiste, infatti, un folto sottogenere che preferisce esagerare al massimo con il sangue e gli smembramenti, fino a tramutarsi in una sorta di farsa dall’umorismo nerissimo. C’è qualcosa di indubbiamente liberatorio nello sghignazzare sguaiatamente in faccia alla morte. Senza ombra di dubbio uno dei capisaldi del sottogenere è il mai troppo citato Braindead (Peter Jackson, 1992), al quale avevo dedicato un post parecchio tempo fa, e per il quale è stata coniata la definizione di splatstick (fusione di splatter e slapstick). La sua irriverente influenza continua a farsi sentire tutt’ora, e diversi sono i film che in qualche modo ne riprendono gli aspetti più evidenti e truculenti; basti pensare all’assurdo Black Sheep – Pecore assassine (ne avevamo parlato qui), anch’esso opera di depravate menti neozelandesi. Nel corso del tempo ho incontrato, un po’ per caso, altri tre interessanti esponenti della corrente, due dei quali con importanti radici nella terra dei kiwi, ed ho pensato quindi di parlarvene qui, nel caso in cui foste alla ricerca di un film in grado di soddisfare il vostro bisogno di scoprire nuovi incredibili modi di morire in maniera assolutamente ridicola.


1. Deathgasm (Jason Lei Howden, 2015) 

 

Un metallaro adolescente, costretto ad abitare con dei cristianissimi zii dopo la morte del proprio padre e la chiusura della madre in un istituto di igiene mentale, evoca per errore un demone durante le prove della sua band, facendo precipitare nel caos la cittadina neozelandese in cui vive. Da qualche parte, in mezzo a masse di posseduti accoppati grazie alle armi più improbabili, c’è anche un po’ di commedia adolescenziale, ed ovviamente molto heavy metal.

2. Turbo Kid (Anouk Whissell, François Simard, Yoann-Karl Whissell, 2015) 

 

Turbo Kid è retrofuturista sin dall’inizio dei titoli di testa; in un 1997 postapocalittico, come lo si immaginava più di trent’anni fa, un orfano sopravvive raccattando rottami in una pericolosa terra desolata, in cui l’acqua pulita è un bene preziosissimo. A rendergli la vita meno dura sono le sue fantasticherie su un supereroe del passato, Turbo Kid, di cui colleziona gli albi a fumetti. L’avventura verrà a cercarlo nelle vesti di una strana fanciulla, e in quelle meno affabili di un gruppo di crudeli malintenzionati; l’unica cosa che accomuna tutti i personaggi è un bizzarro senso estetico. La colonna sonora – rigorosamente synthwave – accompagna un pastiche di riferimenti alle saghe filmiche più celebri degli anni ottanta, tra le quali svetta senza ombra di dubbio quella di Mad Max. Ciò che Turbo Kid esige dal suo pubblico più di ogni altra cosa è di non essere preso sul serio in nessuna possibile maniera. La pagina Wikipedia del film canadese (ed un po’ neozelandese) non utilizza la definizione “splatter comedy” ma, se lo vedrete, non potrete che concordare con me sul fatto che la sua inclusione in questa breve lista non sia per niente infondata.

3. Dead Snow (Død snø, Tommy Wirkola, 2009), e Dead Snow 2: Red vs Dead (Død Snø 2, Tommy Wirkola, 2014) 

 
 
La settimana bianca di un gruppetto di ragazzi norvegesi è rovinata dall’apparizione di un plotone di nazisti zombi, intenzionati a recuperare il tesoro ammassato in vita grazie alle razzie perpetrate durante la guerra. Tra tutti i film citati, Dead Snow è forse quello che si avvicina di più alle vette di cattivo gusto raggiunte da Braindead, al quale si richiama apertamente (uno dei personaggi indossa una maglietta con la locandina del film di Peter Jackson). Nel sequel, Dead Snow 2: Red vs Dead, nel frullatore vengono lanciati anche tre nerd americani sommamente inetti, e soprattutto un altro bel gruppo di soldati non morti che, essendo russi e comunisti, non vedono l’ora di fare a botte con i loro colleghi tedeschi. C’è davvero bisogno di aggiungere altro?

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