Mad Max: Fury Road (George Miller, 2015)

Il minimo comun denominatore del cinema, l'elemento senza il quale non potrebbe esistere in quanto tale, è, a mio parere, l'atto di guardare un'azione su uno schermo. Parole, musica e rumori sono elementi collaterali, utili ma non imprescindibili; un film inizia ad esistere nel momento in cui una serie di immagini prende, trasferendosi dal montaggio alla mente dello spettatore, le fattezze di una storia. Il godimento giunge quando ci si perde nei fotogrammi, nell'attimo fuggevole in cui la realtà trascolora in rumore di fondo e la propria coscienza si discioglie in un ribollente agglomerato di sensazioni, prigioniera di un riquadro ed insieme liberata da esso. Mad Max: Fury Road è un perfetto esempio di questa maniera di intendere la settima arte.